Napoli blindata per il G7 Difesa, allerta e tensioni per il corteo contro la guerra

Ai manifestanti la Questura ha chiuso il passaggio di alcune strade, ma le associazioni non arretrano e vogliono arrivare a Palazzo Reale.

Napoli – Napoli blindata per il G7 dei ministri della Difesa che si terrà al Palazzo Reale di piazza del Plebiscito da venerdì 18 a domenica 20 ottobre. C’è la massima allerta, perché in occasione dell’evento che rientra nell’ambito della Presidenza italiana del G7 è stata organizzata una contro-manifestazione per dire no alla guerra. Su richiesta della Questura, il Comune ha previsto un apposito piano traffico, che dispone la chiusura di numerose strade e altri divieti che interesseranno sia il centro storico che il Lungomare. La manifestazione dovrà fermarsi a piazza Borsa, senza proseguire fino a piazza del Plebiscito. Ma la Rete Napoli contro la guerra e le altre associazioni del corteo non intendono arretrare e vogliono arrivare fino a Palazzo Reale per protestare.

Una manifestazione della Rete Napoli contro la guerra, per sottolineare – afferma Chiara Capretti, attivista di Potere al Popolo e consigliere della seconda Municipalità – la “nostra indignazione contro l’escalation bellica in Palestina e l’allargamento del conflitto a livello regionale”. Sul corteo previsto per le vie della città, prosegue, “oggi ci è arrivata una prescrizione che a mio avviso è una provocazione da parte della gestione attuale del governo Meloni che nei fatti impedisce lo svolgimento del corteo. Vogliamo portare al G7 la protesta con una larga partecipazione democratica”. Capretti, insieme ai compagni in Piazza del Plebiscito mostra la lettera ricevuta dalle associazioni che non potranno raggiungere piazza Plebiscito, dove al Palazzo reale ci sarà il G7 della Difesa da venerdì a domenica, ma dovranno fermarsi in Piazza Bovio.

Attivisti contro la guerra pronti al corteo

“Non c’è spazio – spiega Capretti – per i manifestanti che vogliono dire no alla guerra ma noi questo divieto lo rigettiamo. Partiamo da Piazza Garibaldi in corteo e vogliamo arrivare verso Palazzo Reale, questo è il messaggio che diamo al governo Meloni e che vale non solo per oggi ma per tutte le altre occasioni in cui sarà necessario far sentire la nostra voce nelle piazze, perché il diritto alla protesta è un diritto garantito se ci vogliamo ancora definire un paese democratico”. La manifestante sottolinea che “il limite che ci viene posto è in Piazza Borsa a mezz’ora di cammino da Piazza Garibaldi e distante da Palazzo Reale”. Nella lettera spiegano che ‘l’eventuale spostamento dei manifestanti verso Palazzo Reale può determinare gravi turbative all’ordine, alla sicurezza pubblica e rischi per l’incolumità dei partecipanti.

La questura, dicono “quindi senza nemmeno aver visto la partecipazione e la composizione del corteo ha già deciso che c’è un problema della sicurezza. Noi oggi diciamo chiaramente che se questa è la modalità in cui intendono violare ogni giorno i nostri diritti costituzionali siamo pur certi che questo è esattamente il modo migliore per una partecipazione democratica di resistenza per difendere i nostri diritti”. “Noi non annunciamo nessuna forzatura – ha aggiunto Davide Dioguardi – ma la determinazione di arrivare fino a dove si tiene questo summit del G7. Noi proveremo ad arrivare a Palazzo Reale e crediamo che i comitati, le associazioni, i centri sociali, le realtà di base dei sindacati abbiano diritto di denunciare lo stato di guerra in cui ci muoviamo”.

Gli striscioni a Napoli contro la guerra

“G7 della guerra? Contrattacchiamo! 19/10 corteo Piazza Garibaldi, ore 15″. E’ ciò che recita lo striscione con cui la Rete napoletana presenta davanti al Palazzo Reale, a Napoli, il corteo contro il G7 dei ministri della Difesa che inizierà venerdì. Aderiscono all’appello artisti come Massimo Iovine e Marco Messina, dei 99 Posse, il comboniano Alex Zanotelli, diverse associazioni ambientaliste. Questa mattina la Questura ha notificato agli attivisti la prescrizione a non oltrepassare Piazza della Borsa, ma i manifestanti hanno annunciato la propria intenzione di avvicinarsi comunque a Piazza Plebiscito. “Occorre difendere il diritto al dissenso in questo Paese ed in questo particolare momento storico”, sottolinea Chiara Capretti.

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