Unifil, viaggio in Libano per la premier. Tajani andrà in Israele e Palestina

Meloni preoccupata per la situazione di incertezza geopolitica e l’attacco di Israele alle basi di Unifil andrà di persona sul posto.

Roma – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni conferma il suo viaggio in Libano. “E’ già previsto che io ci vada”, dice nel corso del suo intervento in replica al Senato in vista del Consiglio Europeo, “e il ministro degli Esteri Antonio Tajani si sta preparando per andare in Israele e Palestina la settimana prossima. Anche con la nostra presenza stiamo facendo tutto quello che è possibile fare”. Con l’attacco di Israele alle basi Unifil dure critiche sull’operato di Tel Aviv in Medio Oriente sono arrivate anche dall’Italia. Preoccupata per la situazione di incertezza geopolitica a livello internazionale, la premier si recherà in Libano.

Nelle scorse ore Giorgia Meloni ha chiamato Benjamin Netanyahu: toni freddi e poche parole. Ma un messaggio forte e chiaro: al confine tra il sud del Libano e il nord di Israele si registra il quartoincidentein quattro giorni tra l’Unifil e le Idf, le forze di difesa israeliane. “Gli attacchi all’Unifil sono inaccettabili, la missione dell’Onu non si ritira e soprattutto va garantita la sicurezza di tutto il personale”. Nonostante la chiarezza del messaggio, Netanyahu dopo la telefonata scrive che dopo le “atrocità del 7 ottobre, Israele non permetterà mai più a un’organizzazione terroristica genocida di avvicinarsi ai nostri confini. Né a Gaza né in Libano”. Poi assicura che gli israeliani “non vogliono fare la guerra” a Unifil, ma solo creare una fascia di sicurezza di 5-6 chilometri per evitare che Hezbollah, che si nasconde dietro gli avamposti della missione Onu, continui ad attaccare le Idf. Ma la tensione non si placa.

Benjamin Netanyahu e Giorgia Meloni

Il ministro della Difesa Guido Crosetto, ha convocato subito dopo il primo “incidente” l’ambasciatore d’Israele in Italia. E ha detto senza mezzi termini che gli” atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane potrebbero costituire crimini di guerra, si tratta di gravissime violazioni alle norme del diritto internazionale, non giustificate da alcuna ragione militare”. “Non si tratta di un errore o un incidente” e non può essere una giustificazione il fatto che Israele avesse chiesto di evacuare le basi, ha aggiunto il ministro, “vogliamo capire perché è successo quello che è successo”. E comunque “Italia e Nazioni Unite non possono prendere ordini da Israele”. Su un eventuale ritiro di Unifil dal sud del Libano “la decisione spetterebbe alla comunità internazionale ma non siamo ancora a quel punto” ha aggiunto.

L’Italia ha annunciato che fornirà cinque milioni di euro di contributi per le attività dell’Unrwa in Cisgiordania e a sostegno dei rifugiati palestinesi in Siria, Libano e Giordania. Roma rimane disponibile a sostenere progetti specifici dell’Agenzia, ma “esclusivamente a seguito di un controllo scrupoloso volto a impedire qualsiasi forma di commistione con attività terroristiche”, ha dichiarato Meloni. La premier ha voluto poi ricordare come, dopo l’avvio delle operazioni a Gaza, il governo italiano “ha sospeso immediatamente ogni nuova licenza di esportazione” e “tutti gli accordi firmati dopo il 7 ottobre non hanno trovato applicazione. Le licenze autorizzate prima sono tutte analizzate caso per caso dall’autorità competente alla Farnesina”.

La missione Unifil

“Le postazioni del contingente italiano inquadrate nella missione Unifil sono state colpite dall’esercito israeliano e pur se non sono stati registrati danni ai contingenti io ritengo che ciò non si possa considerare accettabile“, ha dichiarato Meloni, tornando a chiedere che venga garantita la sicurezza per i soldati italiani nell’area, anche quelli della missione bilaterale Mibil. Allo stesso tempo, non si può non considerare una violazione l’azione di Hezbollah “che ha operato per militarizzare l’area di competenza di Unifil”, ha aggiunto la premier. “Le legittime critiche a Israele si mischiano a un giustificazionismo nei confronti di Hamas ed Hezbollah che tradisce un antisemitismo montante e che deve preoccuparci tutti. Le manifestazioni di piazza degli ultimi giorni lo hanno dimostrato senza smentita”.

Meloni ha però sottolineato che lo scontro con Hezbollah non giustifica le violazioni delle risoluzioni Onu da parte dell’Idf e ha chiesto un immediato cessate il fuoco lungo la Linea Blu. “L’atteggiamento delle forze israeliane è del tutto ingiustificato e palese violazione della risoluzione 1701 dell’Onu”. Il diritto di Israele a vivere in pace e in sicurezza va difeso ma la presidente del Consiglio ha espresso la necessità che questo avvenga nel rispetto del diritto internazionale umanitario. “Perché non siamo insensibili di fronte all’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza, che non a caso sono state dall’inizio al centro del nostro lavoro”.

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