Sconto di pena per l’assassino di Giogiò Cutolo? Mamma Daniela: “Non è giustizia”

Per gli effetti della riforma Cartabia, buona condotta e rinuncia all’appello, il killer 17enne può tornare in libertà a 30 anni.

Napoli – Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista Cutolo detto Giogiò, il giovane musicista ucciso lo scorso anno, è sconvolta dalla prospettiva che l’assassino di suo figlio possa tornare in libertà dopo appena 14 anni. Nonostante la condanna a 20 anni di reclusione, diventata definitiva dopo la rinuncia dell’imputato all’appello, le nuove norme sulla giustizia contenute nella riforma Cartabia potrebbero portare a una ulteriore riduzione della pena. Questo significa che il giovane, che all’epoca dei fatti aveva solo 17 anni, potrebbe uscire di prigione già a 30 anni. “L’ho presa ovviamente male perché il pm aveva detto che avrebbe chiesto l’ergastolo se l’assassino fosse stato adulto. Il dono del perdono in questo momento non mi appartiene”, dice la mamma di Giogiò al Tg1.

La pena, al netto dello sconto garantito dall’abbreviato, da 30 a 20 anni, passa in giudicato e potrà essere ora ridotta di un sesto in base a quanto previsto dalla riforma Cartabia nella parte in cui si prevede il beneficio quando si rinunci all’appello, deflazionando così l’apparato giudiziario dal macigno dei procedimenti in corso. Quindi, in questo modo, si scenderebbe a 17 anni ma, con i benefici per la buona condotta, la pena si potrebbe ulteriormente abbassare addirittura a 13-14 anni. Insomma, il giovane accusato dell’omicidio potrebbe tornare in libertà a 30 anni.

Manifestazione di solidarietà degli studenti del conservatorio di Napoli per Giogiò

“Neanche 40 anni – sottolinea Daniela Di Maggio – possono essere una pena giusta rispetto a quello che ha fatto. Perché mio figlio deve stare in un barattolo, ridotto in polvere, non considerato da nessuno e il suo carnefice tutelato dalla giustizia e riabilitato?“. La madre del musicista ucciso peraltro, non è molto convinta del ravvedimento del giovane. “Glielo auguro perché auspichiamo che tutti si possano redimere ma non credo che sia possibile per quello che si è mostrato, lui e la sua famiglia“, conclude con amarezza.

Era il 19 marzo scorso quando è stato condannato a 20 anni di carcere il giovane diciassettenne accusato dell’omicidio di GioGiò, ammazzato con un colpo di pistola il 31 agosto del 2023 in piazza Plebiscito a Napoli. Lo aveva deciso il giudice del Tribunale dei Minorenni di Napoli accogliendo la richiesta formulata dal pm. GioGiò era uno studente di musica al Conservatorio di Napoli. Studiava il corno e per far quadrare i conti la sera lavorava come cameriere. La sera della tragedia si era ritrovato in mezzo ad una lite in un parcheggio, aveva chiesto di spostare uno scooter ma per tutta risposta era stato raggiunto da tre colpi di pistola che lo hanno ammazzato sotto gli occhi della fidanzata. Poche ore dopo la Polizia aveva fermato l’imputato, un  17enne dei Quartieri Spagnoli con alle spalle una lunga lista di precedenti tra cui tentato omicidio.

La battaglia di Daniela Di Maggio per Giogiò

All’esterno del tribunale, dopo la sentenza di condanna a 20 anni, c’erano stati attimi di grande tensione: parenti e amici del 17enne condannato hanno inveito contro gli amici di Giogiò. E ancora, minacce contro le perone vicino al musicista. Gli amici di Giogiò hanno replicato intonando cori alla memoria dell’amico ucciso, il tutto mentre venivano protetti dal cordone allestito dalle forze dell’ordine. Ma una delle testimonianze più agghiaccianti è quella arrivata da Daniela Di Maggio, madre di Giogiò, il cui intervento in memoria del figlio scomparso ha toccato nel profondo l’Italia intera. La donna ha affermato: “Quando è uscito dal Tribunale, il padre dell’omicida ha fatto il gesto della pistola agli amici di Giogiò: un fatto gravissimo, che secondo me va punito. E la dice lunga sul contesto in cui questo ragazzo è cresciuto. Ma davvero qualcuno crede che possa essere recuperato?”.

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