Autonomia, si “scaldano i motori”: Calderoli avvia i negoziati con le Regioni

Il ministro per gli Affari Regionali ha convocato una riunione per concordare le modalità di lavoro per procedere a un percorso congiunto.

Roma – Autonomia, si parte, o meglio si scaldano i motori. Sono stati avviati i negoziati tra il Governo e le Regioni Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria per l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni di autonomia, così come previsto dalla Legge 86/2024. A presiedere i lavori, il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli. “Oggi è un giorno importante – dichiara il ministro – non solo per le 4 Regioni che hanno scelto di fare da apripista per l’attuazione dell’autonomia, ma per tutto il Paese. E’ bene ricordare infatti che, su 15 Regioni a Statuto ordinario, sono 14 quelle che già hanno mosso passi formali verso l’autonomia”.

E ancora, parlando della riforma tanto voluta dalla Lega ha aggiunto: “L’autonomia è una sfida di responsabilità, trasparenza e buona amministrazione che non spacca un bel niente ma, al contrario, è l’occasione per ricucire un’Italia già divisa non solo tra nord e sud, ma tra aree interne e centri urbani, tra zone montane e insulari. Lavoriamo per ridurre i divari e garantire servizi ai cittadini, nel rispetto della Costituzione”. Calderoli spiega che sono state concordate le modalità di lavoro per procedere congiuntamente nel percorso, alla luce delle diverse richieste pervenute (ndr, il Veneto ha chiesto funzioni relative a 9 materie, la Lombardia 8, Liguria e Piemonte 6). La decisione unanime è stata quella di partire dalle quelle funzioni relative alla Protezione Civile, materia richiesta da tutte e 4 le Regioni).

Roberto Calderoli

Verranno poi rese pubbliche le richieste delle Regioni, che non riguardano intere materie ma solo funzioni. Così ci si renderà conto che è un’operazione di buonsenso per attribuire alle Regioni quello che possono fare meglio dello Stato, lasciando invece allo Stato ciò che è giusto, nell’interesse di cittadini, famiglie, imprese e di tutto il Paese. “Sarà la prima storica attuazione dell’autonomia e il Governo intende essere al fianco delle Regioni in questo percorso, naturalmente le 4 che hanno deciso di avviare il negoziato ma con l’auspicio che anche altre possano intraprenderlo. Non è una una riforma contro qualcuno ma a beneficio di tutti” conclude il ministro.

Nell’Autonomia si partirà dalla materia della Protezione Civile, ha dichiarato Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, al termine della riunione convocata oggi da Calderoli, a Roma. “La riunione è andata benissimo – ha dichiarato il presidente veneto-. Si è incardinato il provvedimento rispetto alle nove materie che ovviamente non verranno trattate tutte contemporaneamente ma con gradualità. Si partirà dalla Protezione Civile e sarà l’occasione per mostrare che stiamo parlando di un decentramento amministrativo che migliora la vita dei cittadini”. “Credo che – ha poi spiegato – sarà necessario un ulteriore confronto con i ministeri rispetto alle funzioni perché noi chiediamo queste e non materie. Non si andranno a creare i venti ministeri ma si chiederanno delle funzioni all’interno di essi”.

Luca Zaia

Proprio il governatore veneto, nei giorni scorsi, ha annunciato un ricorso alla Consulta contro le regioni che vogliono abrogare la legge sull’autonomia differenziata. Zaia, nel corso di un evento pubblico, ha spiegato che è stata già firmata la delibera di Giunta con la quale “diamo mandato a uno staff di legali per costituirsi presso la Corte costituzionale e impugnare il ricorso delle quattro regioni, tra cui una a statuto speciale, che vogliono abrogare la legge Calderoli sull’autonomia differenziata”. Il governatore non ci sta a rinunciare a quella che è stata la battaglia delle battaglie della Lega, ma anche molto sua.

La Regione del Veneto impugna tutti e quattro i ricorsi presentati. Zaia sottolinea: “Martedì abbiamo già fatto la delibera, il governo non ha bisogno dell’avvocato difensore perché queste regioni impugnano la legge nazionale, quindi il governo farà la sua difesa, ma è pur vero che per un principio, ovvero che se saltasse la legge nazionale il danno lo fanno a noi, noi ci inseriamo a livello di Corte Costituzionale. Abbiamo già dato l’incarico a uno staff di legali per andare a discutere perché vogliamo dimostrare che la legge è rispettosa di queste quattro regioni e che, se venisse bocciata, toglie qualcosa a noi non toglie qualcosa a loro”, ha concluso il governatore.

Presidio contro il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata

La crociata contro l’autonomia differenziata ha scaldato l’estate, con il boom di firme online per il referendum per cancellarla. Un milione e trecentomila firme a sostegno del referendum abrogativo consegnate in Cassazione. Poi l’inizio della battaglia delle regioni del no. Si chiama “ricorso diretto” quello che hanno sollevato davanti alla Corte costituzionale quattro regioni guidate dal centrosinistra – Campania, Sardegna, Toscana e Puglia – mentre i promotori del referendum abrogativo raccoglievano le firme online e nei banchetti. Roberto Calderoli ha evocato la bocciatura dei quesiti da parte della Corte costituzionale. “Ci sono chiari elementi di inammissibilità”, ha detto il ministro degli Affari regionali. Parole che le opposizioni interpretano come il timore di perdere le consultazioni, dopo la massiccia adesione alla raccolta di firme, oltre 500mila, che potrebbe rappresentare un ostacolo sul percorso riformatore del governo. “Ha paura del voto popolare”, è la replica che arriva dalle opposizioni.

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