La “polveriera” delle carceri minorili, solo il 31% rinchiuso dopo la condanna definitiva

I dati di Antigone tracciano un identikit dei minorenni presenti negli Ipm dove tra rivolte, risse, disordini e evasioni è caos totale.

Roma – Dal carcere milanese Beccaria a quello di Bari, passando per quello romano di Casal del Marmo: il viaggio nella “polveriera” dei penitenziari minorili continua ed è pieno di insidie. Una situazione fuori controllo tra disordini, risse, rivolte e evasioni. L’ultima quella di 4 detenuti foggiani che hanno tentato la fuga dal carcere di Bari, che conta 31 reclusi: sono stati bloccati ancora prima di uscire dalla cella. Insospettiti dai rumori gli agenti penitenziari hanno scoperto un foro che i giovani reclusi avevano fatto nel muro con pezzi di legno e ferro ricavati dai letti. Colti in flagranza, non hanno potuto far altro che ammettere le proprie responsabilità. A denunciare l’accaduto sono i sindacati News Cosp e Conaippe. 

Ed è delle ultime ore anche la notizia di nuovi disordini a Casal del Marmo. Già lo scorso 15 settembre era stata sedata una rivolta che aveva visto una ventina di giovani detenuti barricarsi in sala mensa. A distanza di una settimana un’altra nottata movimentata. Due le criticità denunciate dal sindacato della polizia penitenziaria: un incendio ed una detenuta affetta da problemi psichiatrici per cui è stato poi necessario il trasporto in ospedale. A raccontarlo è il segretario generale Fns Cisl Lazio Massimo Costantino: “un altro incendio presso l’Ipm Casal del Marmo avvenuto all’interno della palazzina minorenni. Solo grazie alla professionalità della polizia penitenziaria si è evitato il peggio, garantendo la sicurezza dei minori e della intera struttura. Nessuno è rimasto ferito ma una cella è fuori uso”.

L’ennesima rivolta al carcere minorile romano rafforza la campagna “No all’accanimento contro la polizia penitenziaria, sì alla sicurezza dentro e fuori le carceri” promossa dal sindacato polizia penitenziaria con numerose iniziative in tutt’Italia e che ha visto mercoledì 18 settembre una manifestazione-conferenza stampa davanti all’Istituto Beccaria di Milano. Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato Polizia Penitenziaria, ha spiegato: “Intendiamo accendere l’attenzione su cosa accade negli istituti penali per minorenni dove sono 380 i ragazzi detenuti a marzo 2023 (tra cui 12 ragazze), pari al 2,7% del totale dei ragazzi in carico ai servizi della giustizia minorile”.

E la situazione all’istituto milanese del Beccaria è ancora peggio: caos e distruzione ma anche detenuti che fuggono dalle mura di cinta. E come se non bastasse, un cambio dei vertici nei mesi scorsi dopo i casi di violenze e pestaggi: qui 13 agenti sono finiti nel mirino della magistratura per le torture ai giovani detenuti. Ecco perché la polizia penitenziaria ha deciso in questi giorni di scendere in piazza con sit-in, manifestazioni e proteste in tutta Italia. Di Giacomo, che lo scorso luglio si è incatenato davanti al ministero della Giustizia per protestare, fa notare che l’attuale sistema carcerario per minori “non solo non serve a nulla, anzi si rivela una sorta di scuola per delinquere con il 90% di chi entra si avvia verso una ‘carriera criminale’ passando come stadio successivo immediato al carcere normale. Il 70% dei ragazzi entra per custodia cautelare, con una permanenza media di poco superiore ai 100 giorni”.

Nel corso del 2023, il 79,3% degli ingressi in carcere si è avuto per custodia cautelare. Ben oltre la metà degli ingressi rimanenti (140 su 237) è avvenuta per esecuzione pena dalla libertà. “Per noi – dice il segretario sindacato polizia penitenziaria – le misure da mettere in campo sono decisamente più complesse. A Milano – sottolinea Di Giacomo – manifesteremo perché si predispongano tutte quelle misure non più rinviabili ad assicurare che il controllo degli istituti per minori e quelli per adulti torni allo Stato”.

Secondo l’ultimo report dell’Associazione Antigone, gli istituti penali per minorenni sono 17 in tutta Italia. Al 29 febbraio 2024 i ragazzi detenuti in questi istituti erano in tutto 523, cioè il 5% in più rispetto ai dati presi in considerazione nel report della stessa associazione “Prospettive Minori”. Le donne detenute sono 18, cioè il 3,4% del totale. I dati riferiti al 15 gennaio 2024, gli stranieri presenti nei carceri minorili erano 254, cioè il 51,2% dei presenti di allora. L’istituto di pena per minorenni con più presenze invece era il Beccaria di Milano, con 69 ragazzi, mentre quelli con meno erano Quartucciu in Sardegna, con 8 ragazzi presenti, e Pontremoli in Toscana, unico IPM interamente femminile d’Italia, con 8 ragazze. Le altre 5 ragazze presenti erano distribuite tra Napoli e Roma.

È importante ricordare però che negli istituti di pena per minorenni in realtà non ci sono solo under 18, ma anche persone tra i 18 ed i 25 anni. Questi possono essere ragazzi e ragazze che hanno commesso il reato quando erano minorenni e poi hanno raggiunto la maggiore età. Negli IPM però la fascia più presente è quella tra i 16 e 17 anni. “In totale – riporta l’associazione Antigone – i minorenni sono il 57,7%, dei presenti, soprattutto tra le ragazze (61,5%) e tra gli stranieri (64,2%). Quando parliamo di minorenni detenuti quindi, bisogna considerare che il reato stesso è stato commesso in un periodo precedente che, a volte, è anche di qualche anno. Solo il 31,5% dei ragazzi e ragazze è detenuto in un istituto di pena per minorenni dopo una condanna definitiva passata in giudicato. “A metà gennaio i definitivi erano 156, un anno prima 142, numeri analoghi dunque, mentre le persone in misura cautelare sono passate da 243 a 340”.

Il rapporto chiude con un dato interessante, che non ci offre risposte definitive in merito ma che mette sul piatto una visione utile da ricordare quando ci sarà la possibilità d’avere una serie storica post decreto Caivano. La crescita delle presenze negli ultimi 12 mesi è fatta dunque quasi interamente di ragazze e ragazzi in misura cautelare.

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