Il senatore di Italia Viva chiede al ministro Nordio di chiarire il caso dell’attivista curdo-iraniana accusata di essere una scafista.
Reggio Calabria – In carcere Maysoon Majidi continua lo sciopero della fame. E’ lì rinchiusa dal 5 luglio, dopo sei mesi vissuti nel penitenziario di Castrovillari. A Crotone si celebra la seconda udienza del processo che la vede imputata come presunta scafista. Il reato contestato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Accusata da due compagni di traversata, Maysoon si è sempre dichiarata innocente. Fuori dal tribunale, arrivano associazioni e attivisti che per lei non hanno mai smesso di battersi. E ora il senatore Ivan Scalfarotto, capogruppo in Commissione Giustizia di Italia Viva, vuole andare a fondo della questione.
“Ho presentato un’interrogazione al Ministro della Giustizia affinché il Governo fornisca chiarimenti sul caso di Maysoon Majidi, attrice e regista, attivista curdo-iraniana: per il regime di Teheran è persona non grata, per l’Italia, invece, una presunta scafista arrivata sulle coste calabresi il 31 dicembre. Maysoon Majidi, 27 anni, si trova nel carcere di Castrovillari: vorrebbe richiedere protezione internazionale ma è detenuta a Crotone, dove il Tribunale ha rifiutato di concederle i domiciliari nonostante i due testimoni che l’avevano inizialmente accusata abbiano dichiarato di essere stati fraintesi”
“Gli scafisti – aggiunge – giurano che Maysoon è innocente e sostengono che i loro verbali siano zeppi di errori per colpa del traduttore afghano che non capiva i loro dialetti. Si tratta di un procedimento penale che solleva dubbi enormi e che pare basarsi, anche a un primo sguardo, su elementi estremamente labili. Ho dunque chiesto al Ministro Nordio se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda adottare al fine di verificare che ricorrano i requisiti per la custodia cautelare e per garantire a Maysoon Majidi un giusto processo secondo i principi costituzionali”, conclude Scalfarotto.
Nonostante la seconda udienza in cui la difesa ha chiesto che le vengano concessi i domiciliari con il braccialetto elettronico, Maysoon Majidi resta in carcere. Lo ha deciso il Tribunale di Crotone l’altro ieri dopo una lunga udienza: il reato contestato è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sbarcata sulla spiaggia di località Gabella con a bordo 77 persone. E’ stata accusata da due compagni di traversata, mentre Maysoon si è sempre dichiarata innocente iniziando uno sciopero della fame. Attiva nel proprio paese con un impegno sociale, politico e culturale a promozione dei diritti, per cui è stata licenziata dall’Università in cui lavorava, nel 2023 ha lasciato l’Iran, cercando di fuggire dal regime oppressivo che vige nel paese.
E’ stata fissata la prossima udienza al Tribunale di Crotone, il primo ottobre alle ore 12,30. “L’unica speranza che ci poteva essere è che il pubblico ministero non si opponesse, ma evidentemente ancora non è convinto dell’innocenza di Maysoon – ha dichiarato il suo avvocato Giancarlo Liberati – ora i magistrati dovranno studiare le carte che hanno acquisito e altre acquisirle il primo ottobre. In realtà non hanno avuto ancora la possibilità di esprimere una decisione anche in merito alle esigenze cautelari”.