Al ritorno dalle vacanze, e dopo il tour de force di agosto tra decreto carcere e codice dello spettacolo, al via con le commissioni e l’Aula.
Roma – Dopo le vacanze, i lavori delle Commissioni sono ripartite lunedì 2 settembre a Montecitorio e ieri a Palazzo Madama, ma si entrerà nel vivo solo la prossima settimana con la votazione in aula per l’elezione dei 4 membri del consiglio di amministrazione Rai di nomina parlamentare (2 alla Camera e 2 al Senato). A Palazzo Madama c’è già una data: il 12 settembre, il giorno successivo alla riapertura prevista per l’11 con un ordine del giorno di ratifiche di accordi internazionali. La convocazione tuttavia è da confermare: sulle nomine serve un’intesa all’interno della maggioranza e con le opposizioni (in Vigilanza per il via libera al presidente della Rai serve la maggioranza qualificata dei 2/3) che unite hanno alzato la posta chiedendo di procedere alle nomine dei vertici solo dopo la riforma della governance.
L’aula della Camera, invece, riaprirà martedì 10 settembre alle 10 con la discussione generale sul ddl sicurezza e il voto sulle pregiudiziali. Dopo il rinvio ottenuto dall’opposizione, prima di andare in vacanza, è stato votato comunque il mandato ai quattro relatori a riferire in aula al rientro dalle ferie. I tempi d’esame però sono tutt’altro che scontati: il provvedimento di iniziativa governativa (Piantedosi-Nordio-Crosetto),
particolarmente caro alla Lega, contiene la stretta sulla cannabis light, criticata non solo dalle opposizioni ma anche dalla Coldiretti – organizzazione solitamente molto ascoltata dal governo – proprio perché mette a rischio migliaia di posti di lavoro.
Dopo la sollecitazione arrivata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia del Ventaglio, è stata già fissata per la giornata di martedì 17 settembre alle 12,30 la convocazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione di un giudice della Corte costituzionale. Si tratta del sesto
scrutinio. La ripresa dopo le ferie arriva dopo un tour de force di due mesi per arrivare alla conversione in legge di ben 9 decreti entro la pausa estiva, dopo i quali il Parlamento è andato in vacanza. In anticipo di un paio di giorni rispetto al calendario che aveva previsto eventuali sedute fino a venerdì 9 agosto, la Camera aveva chiuso i battenti dopo l’approvazione tra le polemiche del decreto carceri, il rinvio in commissione della proposta di legge Giachetti sulla liberazione anticipata dei detenuti e la proroga della delega sul codice dello spettacolo.
Il Senato aveva fatto le valigie prima, dopo aver dato l’ok definitivo, con uno sprint di poco più di 24 ore, a ben tre provvedimenti: il decreto infrastrutture, investimenti d’interesse strategico, processo penale e in materia di sport; il decreto materie prime critiche; il Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2023 e le Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2024.