Toti, il processo all’ex governatore della Liguria inizierà il 5 novembre

L’accusa è di corruzione e di finanziamento illecito. I suoi legali puntano al rito ordinario. A giudizio anche Signorini e Spinelli.

Genova – Dopo il ritorno in libertà Giovanni Toti si prepara alla battaglia giudiziaria per la vicenda che lo ha travolto lo scorso 7 maggio. L’appuntamento è per il prossimo 5 novembre, quando sarà in Aula per la prima udienza del processo che vede l’ex governatore accusato di corruzione e finanziamento illecito. A deciderlo il gip Paola Faggioni che ha accolto la richiesta di giudizio immediato della procura. Con Toti a processo andranno anche Aldo Spinelli, imprenditore portuale e Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità portuale. Sarà il primo collegio della prima sezione a occuparsene.

Le difese dovranno decidere se scegliere il rito abbreviato, il patteggiamento o il rito ordinario. I legali di Toti e Spinelli hanno già detto di puntare sul rito ordinario mentre i difensori di Signorini starebbero valutando. Il collegio giudicante è composto dai giudici Roberto Cascini, Riccardo Crucioli e Valentina Vinelli: viene assegnato automaticamente in base a una tabella stabilita con un sistema informatico. Per Toti arriva quindi la possibilità di difendersi in tribunale dopo le accuse e i tre mesi di arresti domiciliari, che lo hanno poi costretto alle dimissioni, unica via per tornare in libertà.

Giovanni Toti

“Questo processo corre lungo un delicato crinale tra politica e giustizia”. Così l’ex governatore ligure a un giorno dalla liberazionedopo 86 giorni il giudice per le indagini preliminari ha accolto la sua richiesta di revoca degli arresti domiciliari presentata dall’avvocato Stefano Savi. Non ci sarebbe più il pericolo di reiterazione del reato, dopo le sue dimissioni. “Ora chiediamo un giudizio politico su questi nove anni. Saranno i liguri a dire la loro. Ne ho parlato agli esponenti della Lista Toti in un incontro oggi, valutando come ci dovremo e potremo muovere. Io non ci sarò, non correrò né come presidente né come consigliere. Ho dato tutto quello che potevo dare. Darò il mio sostegno ma è evidente che i protagonisti saranno altri”, ha detto Toti in conferenza stampa.

Sulle accuse di corruzione, Toti ha assicurato: “Non ho intascato un euro per me stesso o per la mia famiglia. Anzi sono orgoglioso di dire che sono assai più povero di nove anni fa quando facevo il direttore, nonostante gli emolumenti che spettano a un presidente di regione non siano bassi”. Poi ha spiegato perché si è dimesso. “La decisione non è stata dettata da alcun isolamento politico, anzi grazie a chi mi ha fatto sentire grande vicinanza come Salvini, Nordio, Santanché. Se avessimo fatto ricorso in Cassazione sarebbe stato un muro contro muro sulla pelle della Liguria”.

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