Messina: frattura bloccata col cartone, rimossa la responsabile del pronto soccorso

La magistratura ha aperto un modello 45. Fioccano i commenti politici: Sud chiama Nord e Movimento 5 stelle lanciano pesanti accuse.

Messina – La Procura di Patti ha aperto un fascicolo conoscitivo di inchiesta sulla vicenda accaduta all’ospedale della cittadina siciliana dove i medici del “Barone Romeo”‘ hanno immobilizzato una gamba con frattura al perone usando un cartone da imballaggio, e non una stecca per l’ingessatura, perché in quel momento mancavano al Pronto soccorso. Per il momento si tratta di un cosiddetto ‘modello 45’, cioè quello in cui i pm inseriscono fatti che non sono ritenuti reato e che, di conseguenza, non prevedono persone indagate. Elia Natoli, 30 anni, ha avuto un incidente stradale sabato scorso. A San Piero Patti, il suo paese, alla guardia medica gli hanno ripulito le ferite e l’hanno spedito al Barone Romeo.

Intanto l’Asp di Messina ha sollevato dall’incarico la responsabile facente funzione del pronto soccorso. L’Azienda ha richiesto “di avviare un procedimento disciplinare anche nei confronti del direttore sanitario del presidio ospedaliero dell’ospedale di Patti” per la mancanza del materiale sanitario. “Le verifiche continueranno”, ha assicurato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. 

Fioccano intanto i commenti a poche ore dalla notizia.  Sulla vicenda l’intervento del leader di Sud chiama Nord, Cateno de Luca: “La sanità è allo sbando, un colabrodo, lo denunciamo da mesi. Ospedali pubblici ormai al collasso a causa di una politica miope. Per curare una frattura invece di usare il gesso, viene utilizzato il cartone. È successo all’ospedale Barone Romeo di Patti. Da mesi Sud chiama Nord denuncia le forti criticità che interessano i pronto soccorso della provincia di Messina, ricevendo assurde e false rassicurazioni. Sul caso specifico del ‘Barone Romeo’, con l’onorevole Pippo Lombardo abbiamo già chiesto un’ispezione sia per l’ospedale di Patti che per tutti i presidi dell’Asp 5″.  

Cateno De Luca, ex sindaco di Messina

E aggiunge: “Davanti alle parole imbarazzanti di quest’oggi di Renato Schifani non possiamo però tacere. Non bastano le scuse, ma servono i fatti che chiediamo da mesi. Il governo siciliano e quello nazionale targato Meloni stanno portando il Paese verso il baratro. Dove sono le risorse per la sanità pubblica? Un diritto sacro santo calpestato dalla politica che preferisce fare passerelle e distribuire mancette elettorali.  Schifani e il suo assessore alla sanità devono immediatamente dimettersi: sono una vergogna nazionale”.

“La notizia del cartone usato per bloccare una frattura all’ospedale di Patti è l’emblema di una sanità siciliana da terzo mondo – aggiunge il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca – e non certo per colpa del personale sanitario che fa miracoli con i pochissimi mezzi che ha disposizione. Schifani è lestissimo a chiedere scusa (dopo), quando invece dovrebbe, sì, chiedere, ma ai suoi sottoposti cosa manca e cosa c’è da fare per una sanità in coma, perché, stando a come vanno le cose, abbiamo motivo di credere che nemmeno quello faccia o non lo faccia con la dovuta frequenza e insistenza”.

La frattura bloccata col cartone

“Un fatto gravissimo del genere – dice ancora il capogruppo Cinquestelle – non è che la punta dell’iceberg in un mondo ormai allo sbando e con gravissime colpe di chi lo governa. Sicuramente ora si andrà alla ricerca del capro espiatorio cui addossare le colpe di una governance pessima, ma la realtà è che a non funzionare è proprio la sua idea di sanità”. La Uil invece amplia il raggio sul rinvio nelle nomine dei direttori: “Finché la sanità pubblica sarà prigioniera di una classe politica lottizzatrice e clientelare, saranno i cittadini più deboli a pagare un prezzo sempre più salato per garantirsi il basilare diritto alla salute“.

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