Intanto il museo nazionale delle cere di Dublino ritira la statua di cera eretta in memoria della cantante “Nothing Compares 2 U”.
Dublino – A un anno dalla sua scomparsa sono state rivelate le cause della morte di Sinead O’Connor. Come dichiarato dal certificato registrato di recente dalla famiglia, la O’Connor morì per una broncopneumopatia cronica ostruttiva, una malattia polmonare caratterizzata da una persistente ostruzione delle vie aeree che nei casi più gravi porta a un’insufficienza respiratoria. A dare la notizia il giornale Irish Indipendent. Sebbene la morte dell’artista non sia stata mai trattata come “sospetta”, ovvero frutto di un omicidio o del coinvolgimento di terze persone, le cause reali non erano ancora state rese note.
A gennaio il medico legale di Londra, con una breve dichiarazione rilasciata del tribunale di Soutwark, aveva annunciato che la cantante era deceduta per cause naturali, pur non specificando mai quali. La cantante irlandese è morta il 26 luglio 2023 all’età di 56 anni dopo una lunga battaglia contro i suoi problemi di salute mentale. L’artista di “Nothing Compares 2 U” ha sofferto di diversi problemi di natura mentale tra cui agorafobia e bassa autostima acuta. Nel 2017, ha confessato di aver tentato per ben otto volte il suicidio, l’ultima volta dopo la perdita del figlio Shane, e di essere stata torturata dalla madre.
C’è più di un sospetto sulla sua scomparsa. Il Daily Mail aveva riferito che Sined O’Connor si era trasferita da poche settimane nell’appartamento in cui è stata trovata morta. Sul suo profilo Twitter la cantante aveva mostrato il 9 luglio 2023 alcune stanze della nuova abitazione, la cucina con i “bellissimi” girasole, che la sua amica le aveva comprato come regalo di inaugurazione della casa e il salotto con la sua chitarra elettrica Martin Johnny Cash attaccata su una parete: “Sono molto contenta di sentirmi a casa a Londra”, aveva detto l’artista, scusandosi per il disordine e mostrando il volto lucido di vaselina “per prendermi cura della mia pelle”.
Poi aveva anche aggiunto di voler scrivere nuove canzoni lasciando intendere che avrebbe pubblicato un nuovo album “il prossimo anno” e “si spera” avrebbe ricominciato a fare tournée, con date in Irlanda, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda previste nel 2024 e nel 2025. Ma non è andata così. Sinead O’Connor è stata trovata morta in quello stesso appartamento solo poche settimane dopo il video. Negli ultimi anni la cantante aveva dovuto combattere contro la depressione, arrivando più volte a esporre anche pubblicamente i suoi problemi mentali.
Nemmeno la conversione all’Islam nel 2017, seguita dal cambio di nome in Shuhada’ Davitt, l’aveva aiutata a ritrovare una stabilità emotiva. La depressione torna a condizionare pesantemente la sua esistenza dopo la morte a 17 anni di Shane, uno dei suoi quattro figli, avuto dalla relazione col cantante folk Donal Lunny. Una delle sue ultime apparizioni pubbliche è agli RTÉ Choice Music Awards in Irlanda, dove dedica un premio che assegnatole “a ogni singolo membro della comunità di rifugiati irlandesi”. “Siete i benvenuti in Irlanda. Vi amo moltissimo e vi auguro felicità”, dice in quell’occasione Sinead O’Connor ricevendo il caloroso applauso della platea. L’ultima standing ovation della sua vita. E proprio mentre si cerca la verità il museo nazionale delle cere di Dublino ha ritirato la sua statua.
Voleva essere un omaggio a Sinead O’Connor, ma la statua in sua memoria si è trasformata in uno “shock” per il fratello della cantante e per le migliaia di fan devoti della tormentata leggenda irlandese della musica. Tanto da costringere il museo al ritito con la promessa che sarà sostituita con una sua “rappresentazione più accurata”. Realizzata dall’artista PJ Heraghty, la replica in cera era stata commissionata dal proprietario del museo, Paddy Dunning, un amico della musicista, ed è ispirata al celebre video di ‘Nothing Compares 2 U’, il brano scritto da Prince che nel 1990 rese Sinead celebre in tutto il pianeta. Appena presentata però l’opera è stata travolta dalle critiche. Le più dure sono arrivate dal fratello della cantante, John O’Connor: una statua “orribile, inopportuna, a metà tra un manichino e qualcosa uscito da Thunderbirds”, una serie tv di fantascienza britannica, che “non le somiglia per niente”, ha detto ai microfoni del programma radiofonico Liveline, trasmesso dell’emittente pubblica irlandese Rte’.
Un giudizio condiviso da molti ammiratori che, anche sui social, hanno definito l’opera “tremendamente brutta”, osservando che sembra non avere un collo e che la postura e il colore della pelle non rispecchiano quelli della cantante. Severe anche le parole del giornalista Hugh Linehan, che sull’Irish Times ha sottolineato come la statua non ricordi “per niente la giovane donna furiosa, impetuosa ed evanescente del 1990 che dovrebbe rappresentare”, quanto piuttosto “un manichino abbandonato di un centro commerciale della Germania dell’Est”. Colpito e affondato dalle critiche, il museo di Dublino ha fatto mea culpa riconoscendo che la statua “non rispecchia gli standard elevati né le aspettative dei fan di Sinead” e aggiungendo di essere già al lavoro per creare una nuova opera di cera “che rifletta meglio il suo vero spirito e la sua immagine iconica”.