Il fronte del no, ma Veneto, Piemonte, Liguria e Lombardia hanno già inviato al governo la richiesta per avviare il negoziato.
Roma – La crociata contro l’autonomia differenziata scalda l’estate, è boom di firme online. Il contatore macina numeri su numeri. Passano i minuti e la cifra aumenta a ritmi vertiginosi. Il server che si blocca (e poi riparte) per l’afflusso massiccio di utenti collegati. In appena ventiquattr’ore dall’apertura della piattaforma per la firma digitale, la proposta referendaria per un’Italia unita, libera e giusta ha già raccolto oltre 100mila firme. Lo dice anche il co-portavoce di Europa verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli che commenta: “è straordinaria la mobilitazione dei cittadini intorno al referendum contro l’autonomia differenziata. In poco più di 24 ore sono state raccolte oltre 100 mila firme. Continuiamo così per difendere l’unità del paese, la sanità pubblica, l’ambiente e la scuola”.
“Un risultato che va al di là delle nostre migliori aspettative – fanno sapere dal comitato promotore – e che testimonia una larghissima condivisione della nostra battaglia in difesa dell’unità del Paese”. L’obiettivo “è di impegnarci affinché, anche nei prossimi giorni, prosegua l’afflusso massiccio di sottoscrizioni, sia digitali che cartacee nei banchetti presenti in tutta Italia, in modo da raggiungere e superare, nonostante il breve tempo a disposizione, le 500.000 firme necessarie”. Dal comitato dicono che l’approvazione della legge sull’autonomia è “un grave attacco all’impianto costituzionale del nostro Paese. Nel proporre differenti livelli di autonomia tra le Regioni a statuto ordinario, divide l’Italia e danneggia sia il sud che il nord, impoverisce il lavoro, compromette le politiche ambientali, colpisce l’istruzione e la sanità pubblica, smantella il welfare universalistico, penalizza i comuni e le aree interne, aumenta la burocrazia e complica la vita alle imprese, frena lo sviluppo”.
Quanto alle richieste di avvio di negoziato, “a oggi sono state già tramesse al Governo le richieste delle Regioni Veneto, Piemonte, Liguria e Lombardia”. È quanto illustrato nell’informativa sull’attuazione dell’Autonomia differenziata tenuta in Consiglio dei ministri dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, come riferisce la nota di Palazzo Chigi. “Noi siamo molto felici che sia partita la raccolta per fermare l’autonomia differenziata, una legge che spacca in due il Paese, che invece ha bisogno di essere ricucito nelle diseguaglianze che sono aumentate tra Nord e Sud, tra le periferie, tra le aree interne e le città”. Lo dice Elly Schlein parlando con la stampa al festival di Giffoni. “Ma è una riforma che fa male anche al Nord – sottolinea la segretaria Pd – perché è assurdo immaginare di potere avere venti politiche energetiche diverse quando ne servirebbe una comune, europea, per riuscire ad abbassare le bollette sia alle imprese che alla famiglie”.
Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani, parlando con i giornalisti alla Camera sostiene che “bisogna vigilare affinché l’Autonomia differenziata venga ben applicata. Io ribadirò che, per quanto riguarda il commercio estero, c’è una competenza unitaria nazionale: non si può pensare che le Regioni sostituiscano lo Stato. Serve una politica nazionale, l’export costituisce il 40% del Pil. Non possiamo scherzare su questo argomento. Bisogna essere chiari, anche sulle competenze, che non vogliono siano sottratte al ministero degli Esteri”.
Lo Stato e le singole Regioni hanno 5 mesi, dal momento della richiesta della Regione, per arrivare a un accordo. Le intese raggiunte possono durare fino a 10 anni e poi essere rinnovate. Possono anche essere interrotte prima della scadenza da Stato o Regione con un preavviso di almeno 12 mesi. Il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi fa invece notare contro il fronte del no che l’autonomia differenziata, “tra l’altro
voluta dalla sinistra nel 2001, è una grande occasione di sviluppo per tutto il Paese. Il Parlamento, com’è giusto che sia, vigilerà perché questa sia un’opportunità e non un’ulteriore motivo di disuguaglianza”.
Contro la moratoria chiesta dal governatore della Calabria Roberto Occhiuto sull’autonomia differenziata, il presidente leghista del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga dice che non serve, “noi abbiamo solo la necessità e il dovere di raccontare meglio cosa è l’Autonomia perché va eliminato il fumo che la circonda. Ma ciò detto – spiega – non c’è scritto da nessuna parte che una regione sia obbligata a far ricorso alla riforma. Se c’è chi preferisce lo status quo faccia pure. Non credo sia positivo per il Paese ma è libero di farlo. Chi dice che bisogna aspettare che vengano definiti i Lep anche per le materie non sottoposte a Lep sbaglia due volte”, “non c’è da bloccare nulla. Semmai bisogna accelerare, le norme sono molto chiare”.