All’asta le lettere di Lady Diana alla governante, le sue missive scritte a mano

Indirizzate a Violet Collison, detta Collie, che ha visto nascere e crescere la principessa a Park House nella tenuta di Sandringham.

Londra – Lady D è ancora un mito e resta immortale. Sono andate all’asta il 30 luglio scorso le lettere e le cartoline ”intime” della principessa, vendute per migliaia di sterline a Stansted Mountfitchet. Si tratta di missive scritte a mano da Diana all’ex governante della sua famiglia, Violet Collison, che le era stata vicina durante l’infanzia a Park House nella tenuta di Sandringham. “Collie”, come Diana la chiamava, rimase in contatto con la principessa anche da adulta, anche quando divenne madre. Ai principi William e Harry, Collie mandò vari regali ai quali Diana rispose con lettere di ringraziamento e biglietti di Natale.

Una delle lettere, scritta su carta da lettere di Buckingham Palace, è stata inviata da Diana alla sua ex governante appena tre settimane prima delle nozze con il principe Carlo. “Tutti qui sono impegnati freneticamente con gli ultimi addobbi”, aveva scritto l’allora Lady Diana Spencer, aggiungendo: “La futura sposa è rimasta piuttosto calma!”. In un’altra lettera datata settembre 1984, Diana ringrazia la sua ex governante per un regalo al principe Harry. “William adora il suo fratellino e passa tutto il tempo a riversare su Harry una quantità infinita di abbracci e baci”, ha scritto. Luke Macdonald, direttore della casa d’aste Sworders, ha spiegato alla Bbc che si tratta di lettere “molto intime”.

“Sono cose di cui probabilmente non si sarebbe a conoscenza, al di fuori delle ristrette cerchie della famiglia reale”, ha aggiunto Macdonald, sottolineando che ”il fatto che si prodigasse in ringraziamenti speciali, anche per dei piccoli regali, dice davvero quanto Diana fosse gentile, generosa e premurosa”. Insomma, ”una costante nella vita di Diana”, ha affermato.

Mentre prestava servizio a Park House, Violet Collison ha assistito alla nascita di Diana e dei suoi tre fratelli Sarah, Jane e Charles. Dopo la fine del matrimonio degli Spencer, Collison ha seguito la madre di Diana, Frances Shand Kydd, continuando a lavorare con lei a Londra nel 1967 prima di tornare nel Norfolk per andare in pensione. “L’incantevole ambiente del Norfolk occupava ovviamente un posto speciale nel suo cuore”, ha detto Macdonald alla Bbc. “Diana usciva senza gli uomini della sicurezza per andare a trovare Collie e prendere una tazza di tè”, ha aggiunto. La signora Collison è rimasta vicina a Frances e ai figli Spencer fino alla sua morte, avvenuta all’età di 89 anni nel 2013.

Era una presenza fissa nella vita di Diana, una persona con cui poteva relazionarsi e forse anche fuggire dal mondo in cui si trovava“, ha detto Macdonald. “C’era un affetto immenso, la adorava”, ha concluso. Ma le lettere, sono l’ultimo collegamento di Lady D con la vita terrena. Non si affievolisce ancora la curiosità in merito ai dettagli più privati della sua vita. Una curiosità che alimenta un mercato di aste piuttosto fiorente: dopo gioielli, abiti, la sua bici e l’auto dei tempi in cui lady Diana era solo una maestra d’asilo, sono arrivate le lettere private. Come quelle scritte – già note dopo queste ultime inedite – dalla principessa a una coppia di cari amici nel corso di alcuni degli anni più difficili della sua vita, quelli del divorzio dal principe Carlo.

Sono lettere scritte a mano su carta intestata di Kensington Palace, dove Diana viveva, e dirette a una coppia di amici che ha deciso di metterne all’asta 32 in un unico lotto con base di partenza 90mila sterline, presso la Lay’s Auctionees di Londra: “Vorremmo dare ad altre persone l’opportunità di acquisire un ricordo della principessa e, così facendo, sostenere cause che erano importanti per lei” hanno dichiarato Susie e Tarek Kassem, che si sono detti estremamente privilegiati “per aver avuto l’opportunità di conoscere la principessa così da vicino” e promettono di devolvere il ricavato alle associazioni di beneficenza sostenute da Diana.

Il valore degli scritti sta nel loro contenuto: Diana scrive all’amica Susie che non avrebbe mai accettato di separarsi dal principe Carlo se avesse saputo quanta sofferenza questo avrebbe portato, se avesse saputo quanto sarebbe stato tutto così “disperato e brutto”. Si parla quindi di rimpianto, rispetto alle scelte fatte, e si va oltre. In alcune lettere la principessa del Galles parla del suo isolamento rispetto alla famiglia reale, e della paura che il suo telefono fosse intercettato. Sono lettere in cui Diana cerca il sostegno di persone a lei care durante un periodo di profonda sofferenza, scritte tra il 1995 e il 1996. Gli amici della principessa, Susie e Tarek Kassem sostengono che la decisione di venderle non è stata presa a cuor leggero: “possedere questi documenti è una grande responsabilità” e non hanno voluto “trasferire questo peso ai figli”. Tuttavia hanno deciso di conservare gelosamente quelle più controverse e intime.

Una delle più importanti porta la data del 2 dicembre 1995, giorno seguente a quello fatidico in cui la regina Elisabetta II “consigliò” (come se potessero rispondere con un no) al figlio Carlo e alla nuora Diana di divorziare. Nel 1992 era uscita la biografia sulla principessa a firma del giornalista Andrew Morton, con le sue rivelazioni bomba sull’infelicità di Diana, i tradimenti e i tentativi di suicidio; nel 1995 la principessa aveva rilasciato la sua intervista televisiva al programma Panorama della BBC. I giochi per lei si erano chiusi, il divorzio era l’unica soluzione possibile. “Potrei essere stata descritta come una farfalla, ma non voglio volare via da questa adorabile famiglia”, scrive Diana nella lettera agli amici Susie e Tarek, riferendosi non alla famiglia reale, ma alla famiglia Kassem. Nella stessa lettera li ringraziava ripetutamente per il fatto di esserle a fianco, e per “ascoltare tutte le mie chat”. Scrive: “è bello essere un trio!”. E poi, con un affondo contro la famiglia reale: “Sono immensamente toccata da per il fatto che entrambi siate protettivi nei miei confronti.. Non ci sono abituata!”.

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