Da FdI “solidarietà” al giornalista, Boldrini e il Pd chiedono di sciogliere Casapound e Boschi prepara un’interrogazione parlamentare.
Torino – Monta il caso politico sulla vicenda dell’aggressione al cronista de La Stampa Andrea Joly da parte di militanti del locale ‘Asso di Bastoni’, frequentato da militanti di circoli di estrema destra. Mentre i membri del circolo si difendono e passano al contrattacco c’è chi chiede l’intervento del ministro dell’Interno Piantedosi, chi vuole presentare un’interrogazione e chi dice senza mezzi termini di sciogliere Casapound. Due militanti di Casapound intanto sono stati individuati dalla Digos come parte del gruppo del pestaggio e rischiano una denuncia per lesioni personali aggravate dal motivo di “agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi” che abbiano tra i loro scopi “la discriminazione o l’odio etnico, nazionale, razziale o religioso”.
“Durante una foto di gruppo, è stata vista una persona fare foto e video ai presenti, tra cui anche dei minorenni con i genitori, e gli è stato chiesto chi fosse. Questa persona – apprendiamo solo dai giornali essere un ‘giornalista’ – non si è identificata in nessun modo come tale, ma ha anzi spintonato dei ragazzi, creando un battibecco e litigando, alzando la tensione. Poi si è messo a correre, tra l’altro cadendo”. È la replica del Circolo Asso di Bastoni di Torino in merito all’aggressione di Joly. Il circolo, in un post su Facebook, interviene “ci teniamo a precisare quanto segue: sabato 20 luglio centinaia di persone hanno partecipato alla festa dei 16 anni del circolo, in un clima completamente di festa e senza alcun tipo di tensione”.
“Appena visto il battibecco che, ribadiamo, ha provocato il ‘giornalista’ (ormai lontano dal circolo) ne è nata una scaramuccia da 20 secondi, in cui alcuni associati sono anche intervenuti per dividere e cercare di riportare la calma”, scrivono nel post. “L’Asso di Bastoni ha centinaia di iscritti, tra cui anche giornalisti iscritti all’albo, e ha organizzato tantissimi incontri negli anni, anche con giornalisti come relatori. La domanda che ci facciamo è quindi: perché non identificarsi come giornalista, ma piuttosto spintonare dei ragazzi? Perchè spintonare e scappare senza motivo per poi scoprire dai giornali che stava ‘lavorando’? Perchè mai i tesserati del Circolo dovrebbero ‘aggredire’ un giornalista quando in questi anni sono stati sempre invitati, ospitati e abbiamo sempre accettato qualunque reportage di qualunque testata giornalistica?”, conclude il Circolo nel post.
Ma il video girato documenterebbe il pestaggio. Sono in tre, lo circondano, lo colpiscono e poi lo trascinano a terra. A quel punto si avvicina un quarto personaggio (dalla testa rasata) che vibra dei calci mentre da una finestra si sente l’urlo “lasciatelo”. E’ uno dei video, pubblicato da La Stampa, che testimonia quanto accaduto. Nel frattempo la politica si mobilita. Anche il capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Torino ed europarlamentare Giovanni Crosetto: “A nome di Fdi condanno fermamente e categoricamente gli attacchi subiti dal giornalista al quale va tutta la nostra solidarietà e vicinanza. Questi metodi violenti ed intimidatori non hanno nulla a che vedere con i principi liberali e democratici secondo i quali si dovrebbero svolgere il
dibattito e la contrapposizione politica”.
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa afferma “con profonda soddisfazione che tutte le forze politiche stiano prontamente condannando, com’è giusto che sia, questo gravissimo episodio. Ribadiamo con forza il nostro no ad ogni forma di violenza”. Ma la la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dice che “la solidarietà non basta. Un simile episodio non è solo un vile gesto violento, ma è un attacco alla libertà di stampa, alle fondamenta della nostra democrazia. Presenterò un’interrogazione al ministro Piantedosi
perché quando si mettono a repentaglio gli stessi principi costituzionali le istituzioni hanno il dovere di reagire”.
E ancora, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo va oltre: “Il Governo condanni l’accaduto e sciolga subito CasaPound e tutte le organizzazioni neofasciste”, commenta facendo notare che è “l’ennesima violenza a cui assistiamo in poche settimane commessa da soggetti appartenenti a un’organizzazione dichiaratamente neofascista e che si sarebbe
dovuta sciogliere già molti anni fa. Un movimento che colpisce anche la libertà di stampa, i cui militanti si sono macchiati di diversi reati, animato dall’odio non può avere alcuna legittimazione”.
Infine, i componenti democratici della Commissione di Vigilanza Rai del Pd esprimono “solidarietà ad
Andrea Joly” e aggiungono che “il ministro dell’Interno, Piantedosi, ha il dovere di intervenire e applicare la norma che permette di sciogliere le organizzazioni neofasciste, come previsto dalla Costituzione. Stanno suonando troppi campanelli d’allarme, c’è un preoccupante clima di violenza che sicuramente alimentato dall’impunità che persiste davanti a questi episodi”.
Per Giuseppe Conte, leader dei Cinque Stelle, l’accaduto “dimostra ancora una volta la necessità di fortificare ogni giorno gli anticorpi democratici per combattere odio, intolleranza e violenza di stampo neofascista. È un episodio grave e inaccettabile, ma non si tratta di un caso isolato: i campanelli di allarme su alcune derive antidemocratiche nel nostro Paese hanno già suonato più volte. Alla politica e alle forze sane il compito di intervenire per mettere fine a questi deliranti rigurgiti di arroganza e violenza. A Joly e a tutta la redazione la solidarietà mia e del M5S”.