L’ex presidente a caccia di voti non ottiene ancora il sì, mentre impazza una polemica su Vannacci alla vicepresidenza dei Patrioti di Orban.
Bruxelles – Europa ad alta tensione, tra Ursula von der Leyen alla Corte di Ecr per acciuffare voti e una polemica scoppiata sulla vicepresidenza del gruppo dei Patrioti di Orban al Parlamento Europeo assegnata a Roberto Vannacci. “E’ un problema”, afferma Jean-Paul Garraud, capodelegazione del Rassemblement National nell’Aula, a margine della riunione del gruppo questo pomeriggio a Strasburgo. “Ne parleremo adesso”, dice. La vicepresidenza del generale “è un problema, in relazione alle dichiarazioni che sono state fatte dal signor Vannacci”, aggiunge. “E’ un problema e cercheremo di trovare una soluzione”, conclude. Il Rassemblement National è la prima delegazione del gruppo dei Patrioti, con 30 eurodeputati; la Lega, terza dopo gli ungheresi di Fidesz, ne ha otto.
Ma il generale eurodeputato della Lega taglia corto: “Nei miei confronti non c’è nessuna preclusione”, replica alle parole di Garraud. Vannacci, eletto da indipendente nella Lega assicura: “Non ho alcun dubbio che farò il vicepresidente. Sono tranquillo”, ha poi commentato prima di partecipare, a Strasburgo, alla riunione. E di certo l’atmosfera non è stata pacifica neppure nella riunione ad alta tensione oggi tra il gruppo dei Conservatori e riformisti europei e Ursula von der Leyen, che sta cercando una maggioranza per essere rieletta presidente della Commissione europea dopo le elezioni del 9 giugno. “È stata un’ora intensa”, ha ammesso von der Leyen uscendo dall’incontro nella sede del Parlamento europeo di Strasburgo.
All’origine delle baruffe, il Green deal che è lo specchio delle divisioni: fonti di Fratelli d’Italia hanno fatto sapere che il capo delegazione Carlo Fidanza è stato il primo a prendere parola in riunione. Ha chiesto un “radicale cambio di passo sul Green Deal, il superamento dell’approccio ideologico che ha caratterizzato la legislatura appena conclusa”. Il green deal è stato rivendicato dalla precedente commissione come uno dei maggiori risultati politici conseguiti (anche se von der Leyen ha in parte ritrattato durante la campagna elettorale visto uno scetticismo crescente tra i Popolari). Sottolineare le critiche su questo punto serve a rimarcare le distanze tra il progetto di Ecr e quello di von der Leyen, che ha incassato il sostegno del gruppo dei Verdi europei alla sua ricandidatura. E così un endorsement conservatore al secondo mandato della presidente appare più complicato.
Sul dossier migranti Fidanza ha auspicato che si prosegua “sulla strada tracciata da Giorgia Meloni”. L’incontro serviva a chiarire la posizione del gruppo europeo guidato da Fratelli d’Italia rispetto alla proposta di un secondo mandato di von der Leyen come presidente della Commissione. Sullo sfondo, la ricerca da parte di Ecr di ottenere un posto di rilievo nel nuovo esecutivo europeo. Già entrando alla riunione, il meloniano Nicola Procaccini (che condivide la presidenza del gruppo con Joachim Brudziński del partito polacco Diritto e giustizia, Pis), aveva detto ai cronisti che dopo non ci sarebbe stato un annuncio sull’orientamento di voto di Ecr: “Non vi aspettate che usciamo e diciamo come voteremo”, ha detto.