L’arcivescovo, ex Nunzio negli Stati Uniti, è accusato di “non aver mai riconosciuto l’autorità del Sommo Pontefice, non si è mai sottomesso”.
Viterbo – Scomunicato latae sententiae, cioè d’ufficio. La decisione è del Dicastero per la Dottrina della Fede, presieduto dal cardinale Fernandez e il protagonista della scomunica è Carlo Maria Viganò, arcivescovo ed ex Nunzio Apostolico negli Stati Uniti, ultraconservatore e noto per la sue posizioni antiscientiste, omofobe, no-vax e soprattutto anti-bergogliane. E ora non arretra di un millimetro: continua a celebrare messa nell’eremo di Viterbo, dove sorge la sua fondazione Exsurge Domine. L’ex nunzio negli Stati Uniti, via X fa sapere: “Come tutti i primi sabati del mese, oggi offro il Santo Sacrificio della Messa secondo le intenzioni degli amici e benefattori della Fondazione Exsurge Domine e di tutti coloro che mi hanno espresso la loro vicinanza spirituale e materiale in questi frangenti”.
Monsignor Viganò, che il Sant’Uffizio nel decreto di scomunica ha messo in guardia dal rischio di spretamento, tira dritto: “Invito tutti ad unirsi a me nella fiduciosa preghiera al Cuore Immacolato di Maria, affinché il Signore conceda alla Santa Chiesa di trionfare ancora sui suoi nemici che oggi la eclissano e usurpano la sua sacra autorità”. L’ex Sant’Uffizio il 5 giugno scorso lo aveva invitato a comparire per difendersi dalle accuse. “Sono note le sue affermazioni pubbliche – si legge nel decreto di scomunica – dalle quali risulta il rifiuto di riconoscere e sottomettersi al Sommo Pontefice, della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti e della legittimità e dell’autorità magisteriale del Concilio Ecumenico Vaticano II”, da Viganò definito “un cancro”.
Viganò, a settembre 2018, era stato protagonista di una clamorosa lettera sul caso del cardinale statunitense Theodore McCarrick, “molestatore di seminaristi” e “coperto da Papa Francesco” in persona, accusava l’ex Nunzio negli Stati Uniti. La lettera si chiudeva chiedendo la rinuncia del Pontefice al suo ministero. Quella vicenda, pienamente chiarita dalla Santa Sede con la pubblicazione di un minuzioso rapporto nel novembre 2020, che smentiva l’ex Nunzio su tutta la linea, non è oggetto del documento pubblicato nell’account X, ricorda Vatican News. Viganò sarebbe invece accusato, secondo il suo account, di non riconoscere la legittimità del Pontefice né quella dell’ultimo Concilio. Il Dicastero per la Dottrina della Fede non ha commentato in alcun modo l’annuncio pubblicato sui social.
L’ex Nunzio negli Usa, vicino agli ambienti più conservatori del cattolicesimo d’Oltreoceano, che oltre a criticare Papa Francesco, arrivando a chiederne le dimissioni, sostiene convintamente posizioni no-vax, antiscientiste, anti-migranti e anti-gay, ha commentato: “Considero le accuse contro di me un onore. Nessun cattolico degno di questo nome può essere in comunione con questa Chiesa bergogliana perché essa agisce in evidente discontinuità e rottura con tutti i Papi della storia e con la Chiesa di Cristo” ha sottolineato Viganò, invitando a pregare per “coloro che sono perseguitati a causa della loro fede”.