#InostriStudentiRaccontanoiMartiridellaLegalità: continua l’iniziativa del CNDDU per la memoria.
Riceviamo e pubblichiamo
Oggi la studentessa Arianna Balotta, della classe III sez. C, del Liceo scientifico Filolao di Crotone,
ha ricordato il massacro di Portella della Paglia (San Giuseppe Jato) Monreale in cui morirono
cinque giovani guardie. La vicenda si svolse la sera del 2 luglio 1949, verso le 20:30. A rileggere le
dinamiche e la sua storia si rimane attoniti e increduli per quanta violenza e aggressività venne
espressa in quel luogo. I killer spararono centinaia di proiettili; furono lanciate anche alcune bombe
a mano. Insomma l’ambiente divenne un vero e proprio teatro di guerra.
“Le forze dell’ordine sono costituite da un insieme di persone che, al servizio dello Stato,
garantiscono la sicurezza dei cittadini. Grazie alla loro professionalità e al loro impegno, i
cittadini hanno la certezza di essere protetti e perciò di poter uscire e svolgere il proprio lavoro in
maniera tranquilla. Nel corso degli anni, il loro incarico è diventato sempre più faticoso in quanto i
crimini commessi, soprattutto dai mafiosi, sono aumentati rapidamente, provocando seri danni
all’ambiente e alla società. I loro atteggiamenti disumani fanno si che molte vite sono state
coinvolte ingiustamente nelle loro terribili attività. Un episodio significativo, passato alla storia
come “la Strage di Portella della Paglia è avvenuto a il 2 Luglio del 1949 tra le montagne di
Monreale.
Quella sera a bordo del veicolo della polizia, che si stava dirigendo verso l’ispettorato,
c’erano Carmelo Agnone, Candeloro Catanese, Carmelo Lentini, Michele Marinaro e Quinto Reda,
tutti giovani poliziotti che furono nel mirino di un terribile agguato organizzato dalla banda di
Salvatore Giuliano. L’obiettivo dei sicari era quello di eliminare tutti i componenti della
camionetta che, lavorando per lo Stato e la legalità, avrebbero potuto ostacolare i loro progetti.
Alle 21:00, armati di bombe a mano e mitra diedero l’assalto costringendo il veicolo a fermarsi.
Due poliziotti furono immediatamente feriti, mentre gli altri cercarono di reagire rispondendo al
fuoco. La sparatoria ebbe fine solo quando furono soccorsi da altri poliziotti arrivati in loro aiuto.
I sicari alla fine si diedero alla fuga comunque soddisfatti di aver portato a termine la loro
missione.
Marinaro e Catanese, gravemente feriti, morirono subito, i loro compagni non
sopravvissero molto, ma dopo una lunga agonia morirono il giorno seguente. Le indagini
purtroppo, non andarono a buon fine perché i criminali non furono mai identificati. Molti, anzi
troppi sono i mariti della legalità che nel corso del tempo hanno perso la vita, un lungo elenco di
uomini donne e bambini innocenti. È giunto il momento di dire basta se non vogliamo che questo
lungo elenco diventi infinito per questo è nostro dovere ricordare una simile strage che portò alla
sanguinosa morte di cinque componenti della polizia che con grande coraggio e senso del dovere
hanno lottato per la giustizia donando la loro vita affinché tutti possano vivere in una società più
giusta e leale.”
Ricordiamo oggi a distanza di 75 anni i nomi di queste giovanissime vittime innocenti: Carmelo
Agnone; Candeloro Catanese; Carmelo Lentini; Michele Marinaro; Quinto Reda. Il loro coraggio,
l’alto senso del dovere, l’elevata elevatura morale sono gli ingredienti fondamenali su cui costruire
un percorso didattico che facccia comprendere ai giovanissimi come la libertà, la legalità, l’etica, la
moralità non sono parole vuote ma contenuti su cui costruire il future delle nuove generazioni.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto
“#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti,
storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU