Il Gruppo Campari nel mirino della finanza: ipotesi evasione da un miliardo

Indagine della Procura di Milano su una presunta evasione fiscale su base imponibile di 5 miliardi. Tonfo in borsa per il titolo: -3,4% a Piazza Affari.

Milano – La procura di Milano indaga su una presunta evasione fiscale da parte di una società del gruppo Campari. L’ipotesi riguarderebbe un’omessa dichiarazione da circa un miliardo di euro, su una base imponibile di 5 miliardi, che avrebbe commesso la holding lussemburghese Lagfin che controlla la maggioranza del gruppo Campari. A seguito della notizia il titolo oggi ha subito un tonfo in borsa: Campari scivola a Piazza Affari (-3,4%) dove è uno dei peggiori del listino principale.

Il fascicolo, in cui si ipotizza l’omessa dichiarazione dei redditi e l’omesso versamento delle imposte e con al centro una presunta “stabile organizzazione occulta”, è coordinato dai pm Enrico Pavone e Bianca Baj Macario e condotto dalla Gdf in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate. Le indagini sono condotte dal nucleo di polizia economico-finanza della GdF di Milano. Sono indagati due legali rappresentanti.

L’iconica bottiglia di Campari, simbolo della “Milano da bere”

La Gdf, da quanto si è saputo, ha trasmesso la settimana scorsa all’Agenzia delle Entrate gli esiti della verifica fiscale iniziata nel 2019 e confluiti nel cosiddetto “processo verbale di constatazione”. Esiti trasmessi anche alla Procura di Milano, guidata da Marcello Viola, che ha aperto un’inchiesta sulla presunta evasione fiscale che vede, al momento, due indagati, tra responsabili e legali rappresentanti della holding lussemburghese. Nell’ipotesi accusatoria ci sarebbe stata una “stabile organizzazione” in Italia della holding lussemburghese del gruppo e non sarebbero state versate le imposte per anni che vanno dal 2018 al 2020 e per oltre un miliardo di euro. Ora i legali del gruppo avranno 60 giorni di tempo per presentare le loro controdeduzioni nell’ambito del procedimento amministrativo-tributario e poi scatteranno le contestazioni. Parallelamente al fronte tributario correrà il profilo penale che, ovviamente, come già avvenuto in tanti casi del genere, terrà conto, però, di un’eventuale transazione col Fisco.

La replica di Lagin e Campari Group

Lagfin, in relazione alle notizie di stampa relative a presunti inadempimenti, dichiara “la propria assoluta serenità rispetto a ogni eventuale contestazione, allo stato solo potenziale, in quanto nessun avviso di accertamento è stato emesso e ciò anche in ragione della totale assenza dei presupposti di fatto e di diritto per la sua eventuale emissione”. Lagfin, prosegue la nota, “ha sempre adempiuto con il massimo scrupolo ai propri obblighi tributari in tutte le giurisdizioni in cui opera e ritiene ogni potenziale rilievo destituito di ogni fondamento”. “Riteniamo e confidiamo che le nostre inoppugnabili ragioni saranno riconosciute al più presto in tutte le sedi competenti”.

Campari Group in una nota precisa a sua volta che “né Davide Campari-Milano N.V. né alcuna delle sue società controllate sono oggetto di indagine da parte delle autorità. Non è di conseguenza previsto alcun impatto per Davide Campari-Milano N.V. né per alcuna delle sue società”.

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