Nel mirino un imprenditore legato ai Piromalli considerato finanziatore e braccio economico della cosca, nell’operazione “Malapigna”.
Reggio Calabria – I finanzieri del comando provinciale stanno dando esecuzione ad un provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, che dispone l’applicazione della misura patrimoniale della confisca di beni – per un valore complessivo stimato in circa 11,5 milioni di euro – riconducibili ad un imprenditore gioiese operante nel settore della raccolta e gestione di rifiuti. Una figura criminale emersa, tra le altre, nell’operazione “Malapigna”, condotta dai Carabinieri del Nipaf di Reggio Calabria, nel cui ambito è stato ritenuto capo, promotore ed organizzatore della cosca Piromalli, della quale sarebbe divenuto, nel corso del tempo, il finanziatore ed il braccio economico imprenditoriale.
Come emerso dall’attività investigativa, infatti, l’imprenditore sarebbe stabilmente inserito nel sodalizio quanto meno a partire dagli anni ’90, dapprima quale mero partecipe per poi assumere un ruolo verticistico e la funzione di imprenditore mafioso, operante, in particolare, nel settore dello smaltimento dei rifiuti ferrosi e metallici ed in grado, proprio in virtù della caratura criminale elevata, di intrattenere rapporti illeciti con esponenti di altre consorterie mafiose. Come braccio economico-imprenditoriale della cosca, inoltre, l’imprenditore ha messo a disposizione le proprie imprese per consentire alla ‘ndrangheta di riciclare proventi illeciti.
Il patrimonio confiscato è costituito dall’intero compendio aziendale di 3 società ed 1 ditta individuale operanti nei settori dello smaltimento di rifiuti metallici e delle costruzioni, comprensivi di 37 tra autoveicoli ed automezzi, e delle quote di proprietà di 3 terreni ubicati in provincia di Reggio Calabria, 4 fabbricati ubicati in provincia di Reggio Calabria, 27 orologi di lusso, svariate tipologie di gioielli ed oggetti preziosi, circa 75 mila euro in contanti, nonché tutti i rapporti bancari/finanziari/assicurativi e relative disponibilità, per un valore complessivo stimato in circa 11,5 milioni di euro.