Gli operatori dell'Organizzazione mondiale per la Sanità e quelli delle Ong più prestigiose del mondo avrebbero consumato stupri su donne indifese.
Beni, Nord-Kivu, Repubblica Democratica del Congo. È in questo luogo così remoto del mondo che è emersa la gravissima denuncia di genere da parte dell’agenzia di stampa New Humanitarian e dalla Fondazione Thomson Reuters. Sarebbero oltre 51 le donne che hanno subito abusi sessuali da parte di operatori umanitari-sanitari che si trovavano in quell’area disagiata del pianeta proprio per aiutare la popolazione durante l’emergenza causata dalla 10ª epidemia di Ebola che ha colpito il Paese africano fra il 2018 e il 2020.
Sotto accusa gli operatori dell’OMS, dell’Agenzia per le Migrazioni (OIM), Medici Senza Frontiere (MSF), Oxfam, World Vision, Alliance for International Medical Action (ALIMA) e non poteva mancare all’appello il personale del ministero della Sanità congolese.
Una notizia che suscita sicuramente orrore e repulsione e che ci ricorda la medesima rivoltante vicenda di appena due anni fa quando Oxfam e Save the Children balzarono alla ribalta delle cronache per numerosi episodi di abusi sessuali su donne e bambini.
Una storiaccia che continua a ripetersi dunque a discapito di tutte quelle persone che credono nella missione umanitaria di medici, infermieri e cooperanti che ogni giorno si prodigano per limitare il disagio degli ultimi e ancora più spesso per salvare la vita ai migranti e agli esuli in difficoltà nella speranza di una vita migliore.
Nel Congo la situazione è drammatica, forse anche di più. Fra l’emergenza sanitaria e le varie forme di violenza che affliggono il Paese fidarsi dei propri connazionali risulta essere quasi impossibile. Come ricorda il vescovo di Uvira, a Sud di Kivu “…Le risorse naturali, anziché essere benedizioni, sono alla base delle guerre… Il paese non ha un esercito repubblicano, solo milizie guidate da signori della guerra…”.
Un lembo d’Africa che non ha mai smesso di soffrire e questo scandalo, che rischia di dilagare a macchia d’olio gettando l’onta del disonore sulle Ong più note del mondo, proprio non ci voleva. La vicenda si aggiunge al triste primato di violenze e stupri di cui il Congo detiene il terribile primato. Dal primo Rapporto Mapping la situazione è peggiorata in maniera esponenziale. In quegli anni, fra il 1993 e 2003, vennero denunciati almeno 617 crimini contro l’umanità, crimini di guerra e crimini di genocidio. Oggi la situazione è sfuggita di mano e i numeri reali di violenze e sevizie sono sconosciuti.
Riuscirà mai ad avere un po’ di tregua questo Paese costantemente tormentato dall’assiduità del dolore? In molti speravano nel sostegno e nell’aiuto delle organizzazione non governative per non soccombere. Non sapendo di cadere nella più riprovevole delle trappole. Mostri con la faccia d’angeli.
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