Il lavaggio delle mani, diventato un “must” durante la pandemia, è il modo più utile per prevenire le ICA nei 27 Paesi Ue.
Roma – Ci si va per curarsi, ma, spesso, ci si ammala! Che la sanità sia sul ciglio di un burrone ormai ne siamo tutti a conoscenza. Le cause di tale situazione sono diventate… famose (si fa per dire): carenza di personale, chi va in pensione non viene sostituito, liste d’attesa infinite, i pronto soccorso presi d’assalto. Ma la lista delle doglianze non finisce qui. Lo scorso 6 maggio è stato diffuso il rapporto “Indagine sulla prevalenza puntuale delle infezioni associate all’assistenza sanitaria e dell’uso di antimicrobici negli ospedali europei per acuti – 2022-2023”, a cura del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), un organismo che aiuta i governi dell’UE a prevenire e combattere la diffusione delle malattie. Oggetto dello studio sono stati i 27 Paesi dell’Unione Europea (UE), a cui sono stati aggiunti Kosovo, Serbia e Montenegro.
In sintesi le infezioni che si contraggono in ospedale sono: quelle del tratto respiratorio, tratto urinario, zona del corpo operata, flusso sanguigno e gastrointestinali. La maggioranza delle infezioni sono dovute a batteri di varia natura, che si dimostrano resistenti agli antibiotici. La farmaco resistenza è uno dei temi che più allarma il mondo scientifico con tutti gli effetti negativi sulla salute pubblica. Avendo vissuto l’esperienza della pandemia, ci si rende conto della gravità del fenomeno.
E la nostra bella Italia come è messa? Beh, non troppo bene, come d’altronde in altri settori della società. Non è che ci si meraviglia più di tanto! Il Belpaese è sopra la media europea per quanto riguarda le infezioni derivate dall’assistenza sanitaria, quasi il 10% contro il 7% europeo. Secondo gli autori, tuttavia, la preponderanza delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) a livello nazionale vanno valutate con prudenza, in quanto sono il risultato di tante variabili. Si tratta di infezioni acquisite che costituiscono la complicanza più frequente e grave dell’assistenza sanitaria e possono verificarsi in ogni ambito assistenziale, incluso gli ospedali per acuti, il day-hospital/day-surgery, le strutture di lungodegenza, gli ambulatori, l’assistenza domiciliare, le strutture residenziali territoriali. Queste infezioni hanno un impatto clinico ed economico rilevante. Causano, infatti, un prolungamento della durata di degenza, disabilità a lungo termine, aumento della resistenza dei microrganismi agli antibiotici, un carico economico aggiuntivo per i sistemi sanitari e per i pazienti e le loro famiglie e una significativa mortalità in eccesso.
Negli ospedali nazionali oggetto dello studio, è emersa la carenza di letti accanto a un dispenser per la disinfezione delle mani, oltre al numero di camere singole per i malati contagiosi. L’Italia ha raggiunto il primato, invece, per numero di letti in isolamento per infezioni respiratorie. Nei fatti, quindi, gli ospedali e le altre realtà assistenziali sono frequentati con … grande successo da agenti patogeni, che, infatti, ci sguazzano a piacimento. Questi loschi figuri, microorganismi invisibili all’occhio umano, sono infidi, si infilano dappertutto e sono sempre in agguato.
Ma allora non si può nulla contro questi killer? Secondo l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), un organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale, che svolge funzioni di ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, documentazione e formazione in materia di salute pubblica, la trasmissione di questi perfidi organismi avviene, spesso, attraverso le mani degli operatori. Quindi, il lavaggio delle mani, trasformatosi in un “must” durante la pandemia, è il modo più utile per prevenire le ICA. E’ rapido, efficace e costa poco. Ma è decisivo per frenare la diffusione dei batteri portatori di infezioni. Già si va malvolentieri in ospedale, soprattutto ci si va per curarsi ed, invece, si finisce per ammalarsi di altre patologie. Un grande paradosso o un ossimoro, che speriamo abbia fine, perché continuando di questo passo, si andrà direttamente al…cimitero, senza passare per l’ospedale, con grande giubilo delle onoranze funebri! Antonio Zarra