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Autovelox, le nuove regole: ecco cosa cambia dopo la stretta

Salvini ufficializza la pubblicazione domani in Gazzetta Ufficiale del decreto che fissa i “paletti” per i rilevatori di velocità.

Roma – “Lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto: domani, martedì 28 maggio, viene pubblicato in Gazzetta ufficiale, e diventa legge, il decreto voluto dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti che mette fine alla giungla delle migliaia di autovelox selvaggi in tutta Italia”. Così il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, su X, a proposito del Decreto autovelox. L’entrata in vigore delle nuove misure è prevista non prima della prossima settimana, forse addirittura il 12 giugno. In ogni caso rivoluzionerà una questione quanto mai controversa: basti pensare al plauso nel sentire comune di molti – a fronte di relativamente poche condanne – che hanno ricevuto il famoso “Fleximan” e i suoi emuli, che di autovelox ne hanno messi fuori uso a decine.

”Tra i punti principali: i rilevatori di velocità saranno installati solo per prevenire incidenti, basta fare cassa sulla pelle degli automobilisti; gli autovelox dovranno essere segnalati in anticipo (1.000 metri sulle strade extraurbane, 200 sulle strade urbane a scorrimento e 75 sulle altre strade); niente radar in città sotto i 50 chilometri orari. Dalle parole ai fatti: vince il buonsenso!”, conclude Salvini.

Tutte le nuove regole

Fra le principali novità, dunque, quelle relative alla collocazione degli autovelox che deve rispondere a effettive necessità di controllo e non a ‘vessare ingiustamente’ gli automobilisti. La scelta dei tratti di strada sui quali collocare i dispositivi va individuata con provvedimento del prefetto, e selezionata in base a un elevato livello di incidentalità, documentata impossibilità o difficoltà di procedere alla contestazione immediata sulla base delle condizioni strutturali.

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Autovelox in funzione: ora cambia tutto

Fuori dai centri abitati il segnale che impone il limite di velocità deve essere collocato almeno un km prima del dispositivo e la velocità massima individuata non deve essere inferiore di oltre 20 km/h rispetto a quella massima generalizzata, “salvo specifiche e motivate deroghe”. Così ad esempio sulle strade extraurbane principali, dove è previsto un limite di 110 km/h, “il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite di velocità è fissato ad almeno 90 km/h, ma non per limiti inferiori».

In città invece non si potranno imporre multe limiti di velocità inferiori a 50 km/h dal momento che in tali casi è necessaria la contestazione immediata la distanza dovrà essere di almeno 200 metri sulle strade di scorrimento e 75 metri sulle altre.

Quanto agli autovelox ‘mobili’ senza contestazione immediata, potranno essere posizionati – e chiaramente riconoscibili – solo là dove non sia possibile collocare dispositivi fissi o mobili.

La questione dell’omologazione

Sugli autovelox pesa anche la questione dell’omologazione: il decreto – che dà tempo un anno ai sindaci per adeguare i dispositivi – non tocca il nodo dell’omologazione dei dispositivi che è stato sollevato da una recente sentenza della Corte di cassazione. Finora nessun dispositivo sarebbe omologato e questo potrebbe aprire la porta a una ondata di ricorsi. Senza questa certificazione, comunque, dopo i dodici mesi concessi alle amministrazioni locali gli “autovelox che non rispetteranno la norma” saranno disinstallati fino al loro adeguamento. Una soluzione potrebbe comunque arrivare dal nuovo Codice della Strada, in arrivo nei prossimi mesi. Un Codice che – fra l’altro – dovrebbe sancire il principio della ‘sanzione unica’, ovvero, in caso di violazione – come il superamento dei limiti di velocità – più volte sullo stesso tratto di strada nel giro di un’ora, l’automobilista dovrebbe pagare solo una multa.

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