Un colpo di pistola al viso: incidente o femminicidio?

Le indagini dei carabinieri proseguono mentre l’ex comandante dei vigili rimane in cella. La vittima aveva avuto con il collega una relazione sentimentale travagliata.

ANZOLA DELL’EMILIA (Bologna) – Rimane in galera Giampiero Gualandi, 63 anni, sposato con due figli, vigile urbano, accusato di avere ucciso la collega Sofia Stefani, 33 anni, con un colpo di pistola in pieno viso. Cosi ha deciso il Gip di Bologna, Domenico Truppa, davanti al quale l’indagato, ex comandante della Municipale dell’Unione Terre D’acqua (comprensorio dei comuni di Anzola dell’Emilia, Calderara di Reno, San Giovanni in Persiceto, Crevalcore, Sala Bolognese, Sant’Agata Bolognese), si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Pur non essendoci pericolo di fuga, il magistrato inquirente ha convalidato l’istanza di carcerazione avanzata dal Pm Stefano Dambruoso mentre il legale di fiducia dell’indagato, avvocato Claudio Benenati, opporrà ricorso al tribunale del Riesame:

La vittima, Sofia Stefani

“Si è trattato di uno sparo accidentale e non volontariospiega il penalista al termine dell’udienza preliminare – a seguito di una piccola colluttazione tra i due. La responsabilità del mio assistito per omicidio colposo è fuori discussione, ma non si è trattato di omicidio volontario. Sarebbe del resto fuori da ogni logica, Gualandi non sapeva che la ragazza stava arrivando e per puro caso era andato a ritirare la pistola d’ordinanza dall’armeria, in vista di un’imminente esercitazione al poligono di tiro, disposta dal suo comandante. Dobbiamo immaginare che abbia messo in piedi tutto questo articolato stratagemma senza senso, per uccidere senza motivo una persona cui comunque voleva bene all’interno di un comando di polizia? Non avrebbe senso”.

In buona sostanza la ricostruzione fatta dall’indagato ingenera dubbi e perplessità negli inquirenti per i quali Gualandi sarebbe l’autore dell’ennesimo femminicidio per motivi passionali. La vittima, il 16 maggio scorso, avrebbe chiamato l’indagato più volte prima di arrivare alla “Casa gialla”, ovvero il comando della polizia Locale di Anzola. Una volta arrivata in ufficio, poco prima delle 16, Sofia Stefani, in servizio stagionale sino al settembre 2024 presso i vigili urbani di Cervia e già agente in prova della Locale di Anzola con contratto scaduto e non rinnovato per parere negativo dell’attuale comandante Silvia Fiorini, avrebbe iniziato a discutere animatamente con Gualandi e nel giro di “tre” minuti, sempre secondo la versione dell’indagato, la donna avrebbe alzato i toni della discussione perché l’uomo le avrebbe reiterato la volontà di porre fine alla loro relazione sentimentale già annunciata un paio di mesi prima.

Giampiero Gualandi

A questo punto la Stefani avrebbe aggredito l’ex amante e vedendo la pistola sulla scrivania avrebbe tentato di afferrarla. In questo frangente l’ex comandante avrebbe cercato di strappare l’arma dalle mani della donna e in quel preciso istante sarebbe partito il colpo mortale che avrebbe raggiunto la Stefani sotto lo zigomo sinistro senza lasciarle scampo. Pare invece che Gimpiero Gualandi, laureato in giurisprudenza, non avesse obbligo di portare arma e munizioni attese le sue incombenze non operative ma amministrative. Per di più se l’ex comandante della municipale stava davvero pulendo la sua Glock 25 in dotazione avrebbe dovuto scaricarla prima di procedere con spazzolino e olio lubrificante.

Dunque come sono andate davvero le cose? Due giorni prima della tragedia, il 14 maggio, l’uomo avrebbe inviato alla vittima alcuni messaggi su Whatsapp, cosi come accertato dai carabinieri:

” Sono esausto, me ne vado via senza dire niente a nessuno, non reggo più nulla…Non ho energia, non sopporto più questa pressione…In questo momento non riuscirei neppure a baciarti, figuriamoci altro…Sono davvero disperato…Non mangio, non dormo, sono esaurito…”.

Il comando della polizia urbana di Anzola dove è avvenuta la tragedia

Parole che denotano disagio e pressione emotiva elevatissimi e che sarebbero riconducibili al clima di forte tensione fra colleghi, poi confermato da altri vigili urbani in conflitto con l’odierno indagato per i più svariati motivi. Pare che Gualandi, oltre a difendere la Stefani come sindacalista per farle riottenere il contratto di agente municipale ormai scaduto e senza previsione di riconferma, avesse avuto in passato diversi problemi giudiziari. Nel 2015 l’indagato sarebbe stato accusato di aver screditato su Facebook l’allora sindaco di Anzola, Giampiero Veronesi. Un collega sarebbe stato denunciato da Gualandi per gravi reati ma il giudice l’aveva prosciolto e a sua volta aveva denunciato l’ex comandante per mobbing. Una vita professionale tormentata, cosi come travagliata era stata la sua relazione con la povera Stefania.

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