Sono sempre di più i falsi invalidi. Persone che truffano lo Stato spacciandosi per disabili quando a molti disabili "veri" viene negata ogni forma di assistenza. Il reato è ancora più rivoltante perchè consumato in danno di chi muore di fame proprio di questi tempi.
Bologna – Un altro squallido furbetto che tenta di farsi passare per invalido onde intascare illegalmente la pensione. E’ accaduto nella città delle Due Torri dove una bella trentottenne percepiva, da ben 15 anni, l’assegno della pensione di invalidità e relativa indennità di accompagnamento in quanto ”cieca assoluta”. Dotata anche di un cane guida, la falsa non vedente gironzolava allegramente per le vie della città con l’animale ma senza il tipico guinzaglio rigido guidando però con disinvoltura il doppio passeggino dei figli. La donna controllava ”attentamente” i prezzi sui cartellini facendo shopping senza l’aiuto del bastone e, infine, attraversando strade e incroci prontamente, senza alcuna esitazione.
Atteggiamenti del tutto incompatibili con il suo stato di cecità assoluta. Una condizione che, secondo la legge vigente del 3 aprile 2001, n. 138, ne definisce portatori soltanto coloro che sono affetti da totale mancanza della vista in entrambi gli occhi, coloro che hanno la mera percezione di ombra, luce e moto della mano in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore e coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 3%.
A seguito di una segnalazione sono scattate le indagini condotte dal nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna coordinato dalla Procura della Repubblica della capoluogo felsineo per appurare il reale stato di invalidità della donna attraverso appostamenti e pedinamenti. Recentemente era stata anche richiamata dalla sede Inps il solito controllo: indossando occhiali scuri e con un passo incerto aveva, ancora una volta, dimostrato di non riuscire a destreggiarsi in un ambiente a lei non familiare.
Il Gip Alberto Ziroldi, che ha emesso un decreto di sequestro preventivo per beni di valore equivalenti a circa 70 mila euro nei confronti della signora responsabile di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, si è espresso senza mezzi termini:”… La donna, nel corso degli anni, ha posto in essere una vera e propria messa in scena di fronte ai sanitari, soprattutto alla luce del fatto che non esistendo ad oggi esami medici specifici per valutare in maniera oggettiva l’acuità visiva, quest’ultima viene valutata principalmente sulla base delle dichiarazioni e degli atteggiamenti soggettivi del paziente…”
Se da un lato è innegabile che il fenomeno dei falsi invalidi vada combattuto, dall’altro va sempre più prendendo forma il fenomeno, inquietante, della caccia agli ipovedenti, ovvero persone non del tutto prive di vista ma titolari dei requisiti della legge 138. Molto spesso gli stessi medici temono di incorrere nella denuncia di falso in atto pubblico o di concorso in truffa aggravata nell’accertare il grado di cecità di questi pazienti. Può accadere che”gli addetti ai lavori” rischino di muovere accuse infondate a chi abbia reali deficit visivi. La legge prevede parametri precisi a cui attenersi, non esiste libera interpretazione nelle scienze esatte quali la medicina. Poi ci sono i dipendenti pubblici corrotti ma questa e tutta un’altra storia.