Tre persone si sono tolte la vita in quattro giorni. Fra loro imprenditori, impiegati ma anche operai e braccianti. Il fenomeno dilaga in tutta Italia.
Ragusa – Sono tanti, troppi, i suicidi che si stanno registrando in Italia dall’inizio dell’emergenza sanitaria legata al Covid 19. Solo tre, la settimana scorsa, si sono verificati in provincia di Ragusa con una sequenza che ha lasciato attonita una comunità intera. Tre persone si sono tolte la vita in quattro giorni. Il primo a suicidarsi, in ordine di tempo, è stato un imprenditore di Santa Croce Camerina, paesino tristemente noto per la vicenda del piccolo Loris Stival. Salvatore Alvani è stato trovato impiccato il 13 maggio scorso all’interno del suo bar di via Roma. Non è stato reso noto se abbia lasciato un biglietto per spiegare le motivazioni del suo gesto ma pare che negli ultimi tempi l’uomo fosse molto preoccupato per via delle difficoltà economiche dovute alla chiusura forzata del suo locale. Salvatore Alvani ha lasciato la moglie e tre figli.
Passano poco più di 24 ore e da Vittoria arriva la notizia di un altro gesto estremo. Stavolta a togliersi la vita Giuseppe Rimmaudo, di 81 anni, e lo ha fatto con un gesto eclatante: si è dato fuoco davanti al commissariato di Polizia. L’uomo da anni era costretto in carrozzina, a tenerlo in vita una bombola di ossigeno che teneva sempre con sé. Il 14 maggio ha deciso di farla finita, si è cosparso il corpo di benzina e si è dato fuoco. È morto carbonizzato prima che sul posto arrivassero i soccorsi. Anche in questo caso non sono stati rese note le motivazioni del gesto estremo. L’ultimo suicidio in provincia di Ragusa si è registrato lo scorso 16 maggio. A togliersi la vita è stato un allevatore di 84 anni, si è impiccato all’interno di una stalla nella sua campagna di Modica. Anche in questo ultimo caso non si conoscono ancora le motivazioni del gesto estremo. Tre persone con storie diverse che hanno deciso di farla finita in un periodo in cui i suicidi sono all’ordine del giorno. Tre in quattro giorni in una provincia di poco più di 300 mila abitanti sono tanti e rappresentano, certamente, un campanello d’allarme che non può e non deve lasciare indifferenti le istituzioni.