Visibilia: entro maggio in arrivo una nuova richiesta di processo per Santanchè

Questa volta è per il filone sul falso in bilancio del gruppo fondato dalla ministra: 20 gli indagati, anche il suo compagno Dimitri Kunz.

Milano – Entro la fine di maggio è attesa la seconda richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Daniela Santanchè, del suo compagno, Dimitri Kunz, e di altre 15 persone e tre società, indagati nell’inchiesta della Procura di Milano per falso in bilancio nell’inchiesta su Visibilia, il gruppo fondato dalla ministra e dal quale ha dismesso cariche e quote nel 2022. Una previsione che prende piede dopo che i pm Marina Gravina e Luigi Luzi con Laura Pedio, hanno spiegato alle difese di non aver intenzione di concedere ulteriori termini rispetto a quelli ‘canonici’ dei 20 giorni decorsi dalla notifica della chiusura delle indagini. Inoltre, i termini dei 20 giorni per alcuni indagati sono già scaduti e per altri ormai in scadenza.

Daniela Santanchè

A quanto trapela da fonti legali, la Procura ha fatto sapere agli avvocati che, per chi lo avesse chiesto, il proposito sarebbe stato di fissare l’interrogatorio previsto dalla norma ad horas, ossia nell’immediatezza. Ma a quanto risulta, nessuno ha fatto domanda di essere sentito. Per questo gli inquirenti milanesi, salvo imprevisti, dopo quella trasmessa ieri al gup Tiziana Gueli sulla vicenda della truffa aggravata per le presunte irregolarità dell’utilizzo della cassa integrazione a zero ore nel periodo dell’emergenza Covid, a breve avanzeranno un’altra istanza di processo per la ministra e senatrice di Fratelli d’Italia e i suoi presunti complici.

Sono dunque due le inchieste che la coinvolgono: da una parte il filone sull’accusa di falso in bilancio per la gestione del gruppo Visibilia, dall’altra quello di truffa aggravata sui fondi Covid. Durante i mesi della pandemia, Visibilia editore e Visibilia Concessionaria avrebbero incassato i fondi per la cassa Covid “a
zero ore” per tredici dipendenti delle due società, anche se i lavoratori hanno continuato a lavorare normalmente. I pm hanno quantificato in 126 mila euro i contributi per oltre ventimila ore di cassa non dovuta, Fondi che arrivavano quando Santanchè ancora amministrava la società. E gli stessi dipendenti, sentiti dalla Guardia di Finanza, hanno confermato come lei fosse informata sul recepimento dei contributi.

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