Non ci sono strategie né progetti degni di questo nome. Si continua a navigare a vista. Mentre l'economia italiana è colata a picco. Ma il bello, si fa per dire, deve ancora venire.
Roma – Sapremo fra meno di dieci giorni se ci sarà un’estate per tutti. Oppure un ritorno ai domiciliari che, stavolta, durerà di più e in maniera stringente se i numeri della pandemia non rimarranno quelli che sono. Se non più bassi. Per strada è un “liberi tutti” ma questo lo sanno anche a Roma. Basti vedere il traffico e le persone in giro per rendersene conto. I trasporti, invece, tengono e ritengo che la situazione della mobilità sui mezzi pubblici possa continuare tutto sommato senza resse pericolose per il contagio ma questo non è solo merito delle partecipate e municipalizzate. C’è un sacco di gente che lavora da casa, migliaia di lavoratori che hanno perduto il posto e tanti altri che se ne stanno da parte perché non sanno che cosa fare. Un numero cosi alto che sommato alle persone in quarantena, ai malati e alle diverse attività ancora chiuse c’è ancora tanta gente a riposo forzato. Poi c’è il problema dei tamponi e dei sierologici.
Qui davvero è il caos. Ci sono, non ci sono. Ci saranno per tutti, per pochi, per i raccomandati. Per chi li potrà pagare o ci sarà un prezzo calmierato? In Lombardia Fontana parla di migliaia e migliaia di tamponi, purché ci siano i reagenti. Nel Lazio Zingaretti dice che fra qualche mese arriveranno a centinaia di migliaia. Musumeci, in Sicilia, ne parla da mesi ma pare scarseggino anche nell’Isola. Poi ci saranno quelli usa e getta. Quelli che faranno i laboratori e quelli che hanno fatto, parlo dei test sierologici, diversi comuni di propria iniziativa ma che pare non servano ad una mazza. Insomma come siamo messi? Servono o non servono? Prima il sierologico e poi il tampone o viceversa? Saranno obbligatori? Il plasma sarà sempre quello dei guariti o c’è già chi ha aguzzato l’ingegno per produrlo di sintesi? E le mascherine? Che fine hanno fatto? Come si può pretendere che le farmacie le vendano a 50 centesimi se costano all’ingrosso molto di più? Per non parlare dei guanti. Servono o no? Personalmente li ho indossati per un giorno intero e ancora mi prudono le mani bagnate da morto… E’ pura confusione dappertutto.
L’unica regola è quella che non ci sono regole. E se a questa drammatica situazione aggiungiamo i soldi che non arrivano a partite Iva e autonomi in genere. Banche che erogano prestiti con i soliti interessi e garanzie da cravattari, le tasse che non scendono e gli oneri fiscali che pare rimarranno quelli sono con dilazioni di qualche mese, ci rendiamo conto che l’esistenza, in tempi di pandemia, è diventata davvero insopportabile. Vabbè, direte voi, tanto c’è l’Europa, no? E anche qui sono dolori. Da qualche giorno i numeri sono talmente negativi per tutti che anche Francia e Germania si sono ammutolite. Da loro non aspettiamoci nulla di buono, dall’Unione non attendiamoci nulla di buono. L’unica cosa che possono fare è quella di farci indebitare ancora di più erogando fondi di solidarietà abilmente mascherati ma che nascondono prestiti e cessioni a interessi da capogiro. Insomma siamo per terra ma il bello, si fa per dire, deve ancora venire. Però dovremo attendere sino a metà maggio per sapere di che morte dovremo morire.
Se per il Covid tornato all’attacco o perché morti di fame senza speranze. Non so che programmi politici abbiamo intenzione di varare quelli del Governo e Conte in primis. Ciò che hanno fatto fino ad oggi non ha avuto riscontri. Basti vedere i numeri in un qualsiasi notiziario economico. Insomma questo esecutivo è rimasto in piedi grazie alla pandemia. E siccome le cose si mettono male sono arrivati i rinforzi: Matteo Renzi e Company che tornano a casa perché senza di loro in numeri in Senato non ci sono. Allora siamo davvero in buona compagnia. Considerate risolti tutti i problemi. Aspettiamo l’epilogo di giorno 15 o poco più. Sapremo con certezza, l’unica, se ci hanno preso in giro o meno.