Madonna di Trevignano, c’è un primo “miracolo”: tolti i sigilli al Campo delle Rose

Il pm ha dissequestrato l’area adibita a culto sconfessando l’intervento del Comune. Gisella Cardia può chiamare a raccolta i suoi adepti.

TREVIGNANO ROMANO (Roma) – Gisella Cardia ultimo atto? Forse no. La vicenda che riguarda la santona di Trevignano, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, sembrava avviata all’epilogo con la mossa del Comune laziale di sequestrare l’area adibita a luogo di culto. Invece si arricchisce di una nuova puntata. Il pm ha infatti disposto il dissequestro del Campo delle Rose di Trevignano, dove a questo punto il prossimo 3 maggio Gisella potrebbe tornare ad incontrare i suoi adepti.

Gisella Cardia, la presunta carismatica di Trevignano

Dopo 8 anni dalla prima apparizione “casalinga” della Madonna la presunta veggente siciliana, ex imprenditrice nel ramo delle ceramiche, e la sferzata del vescovo di Civita Castellana, monsignor Marco Salvi, in merito alle criticità riscontrate dagli esperti sui supposti fenomeni soprannaturali praticamente inesistenti, poteva essere messa definitivamente a tappeto dal sequestro del prato. Era sicuramente questo l’intento del Comune, frustrato però dall’intervento della magistratura.

L’amministrazione dell’ente locale agisce in danno dell’associazioneMadonna di Trevignano Romano Ets Onlus” e dei suoi legali rappresentanti, Gianni Cardia e consorte, dandone ampia notizia con una nota del 3 aprile scorso:

” Il personale incaricato, come prescrive la giurisprudenza, ha operato per raccogliere tutti gli elementi necessari per poter certificare la modifica di destinazione d’uso dell’area integrata da manifestazioni di culto in zona agricola, accertando altresì la sussistenza di un maggiore carico urbanistico non consentito (affollamento, traffico, eccetera). A seguito della verifica effettuata, dunque, gli uffici procederanno nel brevissimo tempo nel diffidare l’associazione e i proprietari dell’area in questione, che così come hanno rimosso le opere abusive, dovranno interrompere ogni attività non idonea alla destinazione prevista. In difetto, la violazione della diffida e della relativa ordinanza che sarà emessa a strettissimo giro, la legge prevede l’acquisizione a patrimonio del Comune delle relative aree”.

La Madonna di Trevignano che avrebbe lacrimato in casa Cardia

Dunque prima la diffida e poi il sequestro dell’intera area recintata adibita a luogo di culto. Quest’ultimo provvedimento, comunque tardivo, era già stato invocato anche dal locale Comitato per la legalità composto dai cittadini residenti nella zona delle presunte apparizioni mariane.

Pertanto è ipotizzabile che lo scorso 3 aprile la santona non si sarebbe presentata all’appello mensile forse perché temeva di non poter entrare nel suo appezzamento di terreno. Non avrà questo problema se si presenterà giovedì prossimo, visto che nel provvedimento che ha tolto i sigilli al prato il pm sostiene non essersi realizzato “un reale mutamento della destinazione d’uso del terreno, atteso che l’uso per finalità cultuali non pare eccedere un uso realmente precario e neppure eccedere un fine contingente e limitato nel tempo“.

Un punto per Gisella, dunque, mentre il sipario sull’intera vicenda non sembra ancora pronto per calare. C’è da dire però che se la santona ha continuato ad esercitare le sue molteplici attività per tanti anni a più di qualcuno la cosa è andata bene. Sino a quando la situazione ha iniziato a puzzare di bruciato. Alla stessa maniera sono rimasti impuniti coloro i quali, in un certo senso, hanno avallato le iniziative della veggente spalleggiandola in più occasioni, sia in chiesa che all’aperto. Insomma come spesso accade nel Bel Paese a pagare è sempre la persona più in vista mentre altre la fanno franca, come accadde per Vanna Marchi.

Gisella Cardia, qualche anno fa, durante una delle frequentatissime adunanze

Il 21 aprile del 2016, per la prima volta, la Madonna sarebbe apparsa in casa dei coniugi Cardia:

” Mentre ero con mio marito sdraiata sul letto a vedere la tv, sento una voce che mi chiamava – racconta Maria Giuseppa – Chiesi a mio marito di abbassare il volume della televisione e nel girarmi verso la statuina posizionata sul comò, vidi la Madonna avvolta da un velo bianco e un mantello blu celeste. In lacrime dissi a mio marito: la Madonnina! La Madonnina!’. E d’istinto ci inginocchiammo ai piedi del letto”.

Moglie e marito si erano trasferiti da poco a Trevignano dopo che su Gisella si era abbattuta la scure della giustizia per via di quella condanna, in primo grado, per bancarotta fraudolenta che aveva costretto l’imprenditrice a sloggiare da Patti, in provincia di Messina. Le apparizioni ed i relativi messaggi mariani si sarebbero poi spostati sul bel terreno vista lago di via Campo delle Rose dove sarebbe dovuto sorgere un santuario all’interno di un’area sottoposta a vincolo sin dal 1999, anno in cui è stato istituito il parco naturale regionale di Bracciano-Martignano.

La Procura di Civitavecchia non ha convalidato il sequestro dell’area operato dal Comune

La santona, negli anni, con i suoi appuntamenti del 3 di ogni mese è riuscita a convogliare a Trevignano migliaia di persone. Pullman e automobili occupavano gran parte dei terreni limitrofi al perimetro delle preghiere e la cosa non era piaciuta ai vicini di casa che, per anni, avrebbero protestato inutilmente. Mentre in zona qualcuno aguzzava l’ingegno aprendo pizzerie e bed and breakfast nella speranza di arricchirsi con i pellegrini che arrivavano da ogni parte d’Italia. Poi il solito scontento ha fatto saltare l’affare. E tutto finisce in tribunale.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa