BIMBA USTIONATA A SCUOLA. PER IL GIUDICE NESSUN COLPEVOLE

Le responsabilità sembrano evidenti ma il Gip archivia. I genitori della bambina hanno dato mandato al loro legale ai fini di presentare ulteriore ricorso contro la decisione del Gip.

Una bimba autistica si “brucia” nel water di una scuola materna riportando ustioni di secondo e terzo grado ma nessuno è responsabile penalmente. Il Giudice per le indagini preliminari, infatti, il 3 aprile scorso ha archiviato il caso ritenendo che non vi siano elementi per sostenere il giudizio. I fatti in questione sono avvenuti a Ragusa il 20 febbraio del 2019.

Sono all’incirca le 14 quando Floriana, mamma della piccola Sophie, affetta da disturbo dello spettro autistico e che all’epoca aveva 7 anni, viene contattata dalla maestra della figlia la quale chiede l’intervento del genitore perché, si legge dagli atti, Sophie è in bagno e continua ad urlare disperatamente rifiutandosi di indossare le mutandine. “…La bambina – dice la maestra – presenta dei lividi…”. Una volta giunto in istituto Luciano, padre di Sophie, si rende conto che la bambina presenta gravi ustioni ai glutei. L’uomo, immediatamente, decide di portare la figlia al pronto soccorso dell’ospedale di Ragusa dove i medici di turno le riscontrano un’ustione chimica ai glutei e agli arti inferiori disponendo l’immediato trasferimento presso il “Centro Grandi Ustioni” dell’ospedale Cannizzaro di Catania.

Le gravi ustioni causate dall’acido contenuto nello sturalavandini commerciale.

Nel nosocomio etneo i medici riscontrano sul corpo della bambina ustioni di secondo grado ai glutei e alla coscia destra nonché ustioni di secondo e terzo grado alla coscia sinistra nella regione posteriore. La prognosi prescritta dai sanitari era di 30 giorni ma per diversi mesi la piccola, non ancora del tutto guarita, è stata sottoposta ad interventi e trattamenti sanitari continui.

Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno prestato particolare attenzione alle dichiarazioni della responsabile del plesso e di un collaboratore scolastico per capire come quella mattina fosse stato pulito il wc. I due inizialmente vengono indagati per lesioni colpose ma l’indizio più importante è riferito al malfunzionamento del water che, risultando quella mattina otturato, era stato disostruito dall’insegnante. Il bidello infatti si era reso indisponibile ad effettuare quel lavoro poiché, a suo dire, lo infastidiva. La maestra, piuttosto risentita dalla risposta del dipendente, aveva preso in mano la situazione intervenendo in prima persona per risolvere il problema e utilizzando, per sua stessa ammissione, un prodotto chimico per la pulizia. Successivamente la palla passava all’assistente che procedeva alla pulizia del water.  

Il 4 febbraio scorso si è svolta l’udienza dinnanzi al Giudice per le indagini preliminari che ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero. Il 3 aprile è arrivata l’ordinanza di rigetto dell’appello presentato dai genitori di Sophie.

L’avvocato Michele Savarese.

Per il magistrato non ci sono elementi per sostenere un processo e, il fatto che altri piccoli alunni siano andati in bagno prima di Sophie, scagiona insegnante e bidello:

”…Il punto fermo di questa triste vicenda – dichiara Michele Savarese, legale dei genitori della piccola- è che la bambina è entrata sana a scuola dell’infanzia ed è uscita con gravi lesioni alle gambe ed ai glutei. Ci sono non pochi elementi per cui bisognava continuare il processo, ma a prescindere da ciò ci si chiede che ruolo hanno gli insegnanti e i collaborati scolastici se non quello di vigilare sull’ incolumità dei bambini a loro affidati? Non può essere condivisa una tesi in base a cui un genitore lascia il figlio a scuola e lo ritrova bruciato al centro ustionati, senza che nessuno abbia colpa. I genitori di Sophie si sentono traditi da uno Stato a cui hanno affidato la figlia che gli è stata restituita piangente in un letto d’ospedale. Lo stesso Stato che non riesce a trovare il colpevole di questa tragedia…”.

I genitori della piccola Sophie non ci stanno ed hanno dato già mandato al loro legale di presentare ulteriore ricorso contro la decisione del Gip.

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