IL CENTRO DI ACCOGLIENZA E’ UN DISASTRO

Intolleranze dei residenti e la rabbia dei migranti rendono la situazione incandescente. La municipalità, se continueranno i disordini, sarà costretta a chiudere la struttura di accoglienza.

ROMA– Il centro d’accoglienza di via Paolo Savi, Torre Maura, è stato dato alle fiamme. Per appiccare l’incendio sarebbero stati utilizzati materassi e cuscini mentre i vetri delle finestre rotte sarebbero stati utilizzati come coltelli improvvisati. Un ferito ma nessuna vittima, questo il bilancio della rivolta scoppiata il 14 aprile scorso. La rabbia degli ospiti di via Paolo Savi è esplosa intorno alle 18.30 a seguito dell’ennesimo divieto impartito dalle autorità per allontanarsi dalla struttura. La questione del centro Paolo Savi è travagliata come d’altronde la stessa realtà della borgata romana.

Circa una settimana fa quando la notizia dei due migranti che avevano contratto il Coronavirus era diventata di dominio pubblico, alcuni residenti della zona avevano reagito in modo violento e disorganizzato. Una gragnuola di sassi e altri oggetti contundenti si sarebbe abbattuta sulle mura del centro, richiedendo la presenza della Polizia Locale per pacificare i bollenti animi. La situazione che sembrava rientrata è invece precipitata nuovamente nel tardo pomeriggio di ieri dopo che alcuni migranti avrebbero cercato di abbandonare l’edificio perché esasperati dalla quarantena. Per sedare la rivolta è stato necessario l’intervento dei blindati della polizia e dei Vigili del Fuoco. Circa un anno fa la struttura si era già resa tristemente celebre alle cronache cittadine perché teatro di una protesta anti-rom che aveva coinvolto gli abitanti di Torre Maura.

In queste ore vigili e istituzioni potranno comprendere se il complesso potrà essere ancora adibito a centro d’accoglienza oppure se i danni registrati nella giornata di ieri costringeranno la struttura a chiudere i battenti, almeno momentaneamente.

“…Improvvisamente abbiamo visto una densa coltre di fumo che si innalzava verso il cielo – racconta A.L., giovane residente della zona – poi urla e grida che hanno interrotto il silenzio della quarantena. In poco tempo sono arrivate le forze dell’Ordine che hanno riportato la situazione alla calma…”.

Anche il presidente del municipio VI Roberto Romanella è intervenuto in merito alla difficile situazione:

“…All’interno del centro di accoglienza straordinaria gestito (Cas) ci sono 60 persone – ha detto Romanella – dovevano stare in quarantena per soli 15 giorni, questi comportamenti sono incomprensibili. Adesso i vigili del Fuoco verificheranno le condizioni della struttura, per capire quanto le fiamme l’abbiano intaccata. Con la sala operativa sociale del Comune e l’assessorato si sta valutando un eventuale spostamento degli ospiti…”.

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