VIGILI DEL FUOCO SUL PIEDE DI GUERRA

Il Corpo nazionale deve ottenere tutti i diritti al pari degli altri lavoratori. Sono uomini e donne che non si tirano indietro quando c’è in ballo la vita dei cittadini. In Italia più si comportano da eroi, più vengono bistrattati.

La CUB Pubblico impiego ha chiesto al governo la regolarizzazione di 10.000 vigili del Fuoco. Al momento il comparto conta 30 mila lavoratori di cui 10 mila attendono da anni una stabilizzazione all’interno del Corpo nazionale. Questa straordinaria forza lavoro è chiamata “discontinua” in quanto viene assunta per brevissimi periodi, con contratti che non superano i 14 giorni al mese. Nonostante si tratti di personale altamente qualificato, formato e preparato per ogni evenienza, questi uomini e donne sono considerati precari per quanto attiene tutele previdenziali, economiche ed assicurative. Infatti per i “discontinui” non è prevista la tredicesima e il TFR. Anche sotto il punto di vista sanitario emergono gravi carenze. Le malattie e gli infortuni sul lavoro sono indennizzati solo per la durata del contratto. Quindi massimo per 14 giorni al mese. Durante questa emergenza pandemica si sono alzate già varie proteste da parte dei vigili del Fuoco che lamentano turni massacranti da h24 aggravati da condizioni di alto rischio e di disagio.

I Vigili del Fuoco

La CUB Pubblico impiego chiede che vengano stanziate risorse non più differibili nei comparti che garantiscono la tutela del territorio e la salute pubblica:” …Abbiamo chiesto al governo – dichiara il sindacato – di rendere operativi subito 10 mila Vigili del Fuoco “discontinui”: è necessario farlo già dal prossimo decreto di aprile stanziando le adeguate risorse…”.

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