Cerimonia in grande stile a Palermo tra il noto padrino e Teresa Marino, donna di piglio manageriale che ha portato avanti gli affari.
Palermo – Dopo sette anni dietro le sbarre è tornato libero e così ha così potuto festeggiare le sue nozze d’argento nella chiesa di San Domenico, che ospita il Pantheon dove riposa anche il giudice Giovanni Falcone. Una cerimonia in grande stile, quella organizzata dal boss di Porta Nuova Tommaso Lo Presti, detto “il pacchione” e dalla moglie Teresa Marino. Tanto che vi hanno preso parte anche due punte di diamante della musica neomelodica. I due cantanti – come dimostrano foto e video pubblicati sui social – si sono esibiti durante il pranzo, che si è svolto in una location immersa nel verde.
Beni per mezzo milione di euro sono stati confiscati a Lo Presti: “u pacchiuni”, 47 anni, è finito in carcere nell’operazione “Iago” del 2014 e considerato al vertice del mandamento palermitano di Porta Nuova. Un provvedimento eseguito dai carabinieri del nucleo investigativo di Palermo a cui è seguito il sequestro ordinato nel luglio del 2017 dalla sezione di misure di prevenzione. Lo Presti era stato detenuto nel carcere di Voghera, dopo che la Corte d’appello aveva confermato la sua condanna a 12 anni. Secondo le indagini dei carabinieri avrebbe diretto nel mandamento più importante di Palermo le attività estorsive, il traffico di droga, la gestione illegale di giochi e scommesse.
Il suo nome è stato inoltre indicato dalla Procura come presunto mandante dell’omicidio di Giuseppe Di Giacomo, il nuovo reggente del mandamento di Zisa-Porta Nuova. L’agguato avvenne il 12 marzo 2014, sotto gli occhi del figlio di 8 anni della vittima, in via Eugenio l’Emiro. Ma il gip Filippo Serio non aveva dato seguito alla richiesta di emissione di un ordine di custodia cautelare nei suoi confronti. Figura chiave della vita di Lo Presti è sempre stata la moglie, con cui ha festeggiato le nozze d’argento. A 38 anni era madre di cinque figli e anche nonna.
Teresa Marino, la moglie di uno dei padrini di Palermo più noti, è donna dal piglio manageriale e dallo sguardo intenso. Era lei che gestiva la cassa della famiglia più influente di Cosa nostra, quella di Porta Nuova, il cuore della città. Le disposizioni generali li dava il marito, il boss Tommaso Lo Presti detto il corto o anche il pacchione, ma era donna Teresa a gestire le finanze e soprattutto la cassa assistenza dell’organizzazione per le famiglie dei detenuti. E dato che le risorse scarseggiavano, la manager di Cosa nostra aveva anche avviato una rigida spending review nella cosca. Così i tagli erano scattati su tutto, ma non sull’assistenza alle mogli dei carcerati.
Ma il welfare di Cosa nostra ha subito molte tempeste: come quando nel 2015 i carabinieri del comando provinciale hanno arrestato altre 38 persone, l’ultimo stato maggiore e l’ultimo esercito di Cosa nostra, che operava all’interno di due cosche agguerrite: quella di Porta Nuova e quella di Bagheria, cittadina alle porte di Palermo. La Direzione distrettuale antimafia aveva fatto scattare un provvedimento di fermo. Donna Teresa è anche cugina di un altro boss di Porta Nuova, Tommaso Di Giovanni. Prima che anche lui finisse in carcere, assieme discutevano del bilancio di Cosa nostra.
Donna Teresa boss ma anche inedita sindacalista. Attenta alle esigenze delle altre donne di mafia, ma anche severa con loro. Un giorno rimproverò la moglie di un mafioso che si era permessa di andare direttamente da Tommaso Di Giovanni, senza passare per la scala gerarchica del clan. Disse: “Non ti devi allargare, perché sei andata da mio cugino a chiedergli i soldi? (…) Sono tutti in carcere, per ora siamo tutti combinati male”. Cosa nostra siciliana era in difficoltà dopo la raffica di arresti e processi. Oggi la coppia ha celebrato le nozze d’argento.