E' più di un film, ti fa stare bene. Specie in tempi bui come questi.
Nel marzo 1990 usciva negli Stati Uniti d’America una commedia romantica destinata a trasformarsi in un fenomeno di costume, un cult vero e proprio, che ancora oggi ottiene un grandissimo successo quando viene ritrasmessa in televisione: stiamo parlando di Pretty Woman.
I protagonisti sono Richard Gere, reduce dai successi di American Gigolò e di Ufficiale e gentiluomo e una giovane attrice semisconosciuta di 23 anni: Julia Roberts. La chiave del successo di questa favola cinematografica diretta da Garry Marshall è proprio lei, Julia, che viene lanciata definitivamente nell’olimpo delle star: altissima, bellissima, una cascata di capelli rossi e due occhi da cerbiatta capaci di ammaliare chiunque, anche un milionario come Edward Lewis.
Pretty Woman è più di un film, è qualcosa che fa stare bene e soprattutto non dimostra la sua età: tra pochi giorni compirà infatti trent’anni, ma li porta benissimo. Racconta la fiaba di una Cenerentola moderna: Vivian è una giovane prostituta che “lavora” in Hollywood Boulevard, dove conosce Edward Lewis, un industriale senza scrupoli che cerca compagnia per una settimana. E sarà proprio durante questi magici sette giorni che la bellezza e la spontaneità della ragazza conquisteranno l’uomo, che alla fine dimostrerà di avere anche un cuore, come nel migliore degli happy ending.
Non tutti sanno che il film all’inizio doveva essere un dramma, con Vivian che alla fine tornava “sulla strada”, ma poi l’ingresso della Disney tra i produttori cambiò le carte in tavola. Per la parte della giovane prostituta venne provinata anche la nostra Valeria Golino, ma alla fine sembrava averla spuntata Michelle Pfeiffer in coppia con Al Pacino al posto di Gere.
Per fortuna i piani originari sono saltati e Garry Marshall ci ha regalato un piccolo gioiello con scene indimenticabili: come non ricordare le “stronze lumachine” che durante una cena elegante sfuggono dal piatto della Roberts e sono prese al volo da un provvidenziale cameriere, oppure la Roberts stessa che si commuove fino alle lacrime durante una serata all’opera a San Francisco, ascoltando La Traviata.
Un film che non passa mai di moda, al punto che, quando è stata rinviata la semifinale di Coppa Italia Juventus-Milan per l’emergenza coronavirus, i piani alti di Rai Uno hanno deciso di trasmettere al suo posto proprio Pretty Woman.