All’interno dell’appartamento Il Ris ha scoperto diverse tracce ematiche ma si tratterebbe di vecchie macchie di sangue causate da un incidente casalingo. Ci sarebbe un altro uomo nella vita della escort?
Che fine ha fatto Lara Argento? Sono passati più di 60 giorni dalla scomparsa della quarantenne transessuale di origini brasiliane. Lara, al secolo Leandro Bercelos Dos Santos, sarebbe uscita da casa la sera del 21 dicembre scorso per incontrare un cliente e non è più tornata. A denunciarne la scomparsa è stato il suo convivente, Roberto Caruso, 40 anni, pizzaiolo incensurato. I due vivevano insieme da tre anni in un appartamento di via Piave, alla periferia di Pavia. I vicini descrivono la loro come una relazione assai travagliata ma Caruso si sarebbe sempre dimostrato innamoratissimo della sua compagna nonostante il suo lavoro di escort che non era un segreto per nessuno.
Quella sera Lara lavorava e Caruso sapeva di un appuntamento con un cliente. I due si sarebbero sentiti per telefono e l’uomo avrebbe riferito di aver sentito la sua compagna mentre litigava con un uomo, poi più nulla. Caruso ha aspettato qualche giorno ed il 30 dicembre si è presentato dai carabinieri per sporgere denuncia. Dopo le formalità di rito l’uomo è stato iscritto sul registro degli indagati per sequestro di persona. Un atto dovuto, hanno detto gli inquirenti, che permette la possibilità di avviare le indagini ed altre attività investigative di concerto con le ricerche che sono state avviate a tutto tondo senza successo.
All’interno dell’appartamento di via Piave gli esperti del Ris hanno scoperto diverse tracce ematiche che il pizzaiolo avrebbe giustificato come vecchie macchie di sangue causate da un incidente casalingo. Carabinieri, vigili del Fuoco e Protezione civile hanno poi allargato le ricerche al Lido di Pavia, nella zona del Canarazzo e sulle rive del Ticino dove le forze dell’ordine, coadiuvate da un elicottero, hanno impiegato droni e nuclei ma nella vasta operazione di ricognizione non sono emersi particolari importanti. Grazie alla triangolazione del Gps del cellulare di Lara l’ultimo segnale telefonico è stato registrato nella vicinanze del parcheggio del Lido di Canarazzo da dove la escort si sarebbe poi spostata con un cliente a bordo di un’auto in direzione del ponte di Bressana-Mezzana raggiungendo così l’area del parco palustre frequentata nelle ore notturne da persone che si appartano in auto per consumare rapporti sessuali a pagamento:
”… Erano le 4.19 – racconta Caruso agli inquirenti – ho provato a richiamare Lara ma mi ha risposto un cliente dicendo che la mia compagna se n’era andata lasciando sul sedile portafogli e telefono. Poi la comunicazione si è interrotta…”.
In preda alla disperazione Caruso avrebbe inviato una serie di messaggi a Lara con il servizio Whatsapp. In uno di questi sms Caruso avrebbe scritto al cliente di non fare del male alla donna. Poi il buio più assoluto, Lara spariva come un fantasma. Alcuni giorni più tardi una prima segnalazione: una persona ha riferito ai carabinieri di aver visto Lara a Malpensa, ipotesi poco credibile considerando che la donna non era in regola con i documenti dunque appare assai improbabile una fuga in aereo.
Poi c’è stato il ritrovamento di un cadavere sulle rive del Tevere, ma anche in questo caso nulla di fatto. La salma recuperata non avrebbe nulla a che fare con il trans brasiliano:
”…Abbiamo presentato richiesta di incidente probatorio per le tracce ematiche rinvenute nell’appartamento di Caruso – dice Alessio Corna, legale di fiducia del piazzaiolo – ed abbiamo consegnato anche gli screenshot dei messaggi inviati con Whatsapp dal mio assistito al cellulare di Lara. Caruso si dichiara innocente ed è disperato per la scomparsa della sua compagna…”.