Uno studio dell’ospedale di Verona inchioda le polveri sottili come responsabili delle patologie ossee, molto diffuse nella pianura padana.
Roma – Inquinamento e artrite: una corrispondenza di… amorosi sensi! Che l’inquinamento atmosferico, quello delle polveri sottili, le famigerate pm 10 e 2,5, sia molto diffuso nelle nostre città, soprattutto nella Pianura Padama, è noto da tempo. Così come i suoi effetti nocivi per la salute umana! Però, ogni volta che si viene a conoscenza di studi che confermano questa stretta corrispondenza di… amorosi sensi, si resta esterefatti di fronte all’inazione della istituzioni verso questo grave fenomeno.
Come se non potesse andare che così! Un recente studio, a cura dell’azienda ospedaliera integrata di Verona ha evidenziato lo stretto legame tra inquinamento e malattie autoimmuni ossee, quali artrite reumatoide e osteoporosi e polveri sottili. Nella ricerca è emerso anche che il particolato –un insieme di sostanze solide e liquide emesse, in parte direttamente, e per effetto degli inquinanti nell’atmosfera-riduce l’efficacia dei farmaci. L’inquinamento atmosferico, il tanto… indesiderato ospite a cui piace frequentare la pianura padana, tra le zone in Europa con una pessima qualità dell’aria, provoca –secondo gli studiosi- un’influenza maggiore del 15% di queste patologie.
L’inquinamento in quest’area è favorito anche dalla massiccia presenza di attività industriali e allevamenti intensivi. Uno dei motivi per cui queste patologie sono più presenti in aree molto inquinate dipende, come recita lo studio, da:
“Un’elevata concentrazione di particolato nell’atmosfera che potrebbe ridurre l’esposizione ai raggi solari UVB, con conseguente diminuzione della capacità dell’organismo di produzione di vitamina D e quindi deficit di mineralizzazione dell’osso” .
Dunque, sottolineano gli esperti, l’inquinamento atmosferico sarebbe un rischio da debellare. Ma le istituzioni, anche quelle internazionali, fanno orecchie da mercante e, il problema, di questo passo, non si risolverà mai. Secondo i dati, in Italia, ogni 10 mila adulti ci sono dai 2 ai 4 casi di patologie come l’artrite e l’osteoporosi. Una politica di prevenzione per i soggetti più a rischio non si vede all’orizzonte, pur essendo a conoscenza che l’inquinamento atmosferico gioca un ruolo decisivo sulla comparsa di questa malattia e sul suo peggioramento.
Allo stesso modo, la prevenzione, visto il rapporto tra inquinamento e riduzione dell’efficacia delle terapie, potrebbe innescare un processo virtuoso per il servizio sanitario nazionale, che potrebbe razionalizzare le risorse e, quindi, risparmiare. A volte, uno si chiede, a cosa servono gli studi, le ricerche, se non vengono recepite dalle istituzioni. Altre, se venire a conoscenza degli strumenti per intervenire sulle criticità e restare indifferenti, sia peggio del contrario, ovvero ignorare queste possibilità, tanto il risultato è identico. Solo che, almeno, nel secondo caso, non saremmo presi per… i fondelli! Come recita un vecchio proverbio “A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”, reso celebre dal Divo Giulio, al secolo Giulio Andreotti, più volte Presidente del Consiglio e Senatore a vita della Prima Repubblica!