Nel mirino della Procura di Palermo le tangenti versate dalla cooperativa di Partinico “Nido d’argento”. Tra gli indagati l’ex sindaco di Partinico e l’imprenditore Giuseppe Gaglio.
Palermo – Corrotti e corruttori si incontravano nei pressi di Partinico, nel coloratissimo Borgo Parrini, dove rinsaldavano i rapporti e tracciavano i futuri illeciti affari: varie regalie e assunzioni in cambio di appalti, accelerazioni di pratiche e rimborsi. Nell’occhio del ciclone della nuova tangentopoli siciliana scoperchiata dalla procura di Palermo e dai carabinieri di Partinico sono finiti i responsabili di una cooperativa sociale di Partinico che gestisce servizi per anziani, disabili e minori e una serie di pubblici ufficiali infedeli.
Il blitz dei carabinieri è scattato questa mattina nei confronti di 12 indagati (3 custodie cautelari in carcere, 5 arresti domiciliari e 3 sospensione dal pubblico ufficio o servizio), accusati a vario titolo di associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e peculato. Una sesta persona destinataria della misura degli arresti domiciliari è ricercata.
Le manette sono scattate per Giuseppe Gaglio, legale rappresentante e presidente del cda della cooperativa Nido d’Argento, Massimiliano Terzo, dipendente della coop e Gaetano Di Giovanni dirigente del distretto socio sanitario di Agrigento e capo dei vigili urbani della “città dei templi”. I domiciliari sono stati disposti per Giuseppe Chiaramonte e Francesco Chiavello, dipendente ed ex dipendente della Nido D’Argento, per l’ex sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo, per Maria Pia Falco, istruttore direttivo al Comune di Marsala e Aldo Raimondi, responsabile del settore Politiche Sociali e Culturali del Comune di S. Cataldo (Cl). La sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio è stata invece notificata a Maria Rita Milazzo, dirigente del Comune di Balestrate, Michela Sclafani, funzionaria dell’ufficio direzione Politiche sociali della Città Metropolitana di Palermo e Antonino Geraci, presidente della commissione aggiudicatrice nella gara per l’affidamento della gestione e realizzazione “Azione A Rafforzamento dei Servizi Sociali”.
Dalle carte dell’inchiesta palermitana emerge una diffusa trama corruttiva che aveva come epicentro la Coop Nido d’argento, responsabile di aver dispensato gioielli, denaro, olio, panettoni e offerte di assunzioni ad una serie di funzionari pubblici di diversi Comuni siciliani. L’obiettivo era quello di velocizzare i pagamenti e le liquidazioni da parte degli enti locali nei confronti della cooperativa o aggiudicarsi costosi appalti per servizi pubblici relativi ad attività socio-assistenziali, quali l’assistenza domiciliare di disabili e anziani, il trasporto di disabili presso istituti scolastici o sanitari, servizi in ambito educativo di minori come asili nido e centri ricreativi estivi.
Oltre ai provvedimenti cautelari, il gip ha disposto il sequestro preventivo di una somma di oltre 50mila euro, di alcuni gioielli e della stessa cooperativa, la quale ha un fatturato annuo di circa 13 milioni di euro e oltre 1.250 dipendenti.