BERLUSCONI INCASSA UNA VITTORIA STRATEGICA IN CALABRIA

L'affluenza ha giocato un ruolo determinante. Se fosse stata più alta anche il M5S ne avrebbe beneficiato. Invece gongola solo il Cavaliere nella terra dove Gratteri intende fare piazza pulita.

Jole Santelli ha vinto, la rivoluzione culturale è rimandata, anche per questa volta. La protetta di Silvio Berlusconi ed ex vicesindaco di Cosenza fino al passato dicembre, si insedia alla presidenza della Regione diventando così la prima donna del meridione a ricoprire tale carica. Tra frasi sessiste, barzellette e balli a piedi nudi, il centrodestra ritorna alla guida di quella terra che storicamente è stata feudo della Democrazia Cristiana e che successivamente sotto la guida di Mario Oliveiro è stata tristemente nota più per la cronaca giudiziaria che per i meriti politici. L’erede politica di Mario Occhiuto e di Giuseppe Scopelliti – attualmente in carcere per il reato di falso in atto pubblico – si è presentata alle elezioni con il sostegno della Lega, di Forza Italia e dell’Ucd.

Tra i suoi sostenitori tanti nomi noti, quasi nessuno, però, per meriti politici. Tra le personalità più influenti troviamo Rosaria Succurro, seduta in pianta stabile nel comune di Cosenza ormai dal 2011 e protagonista di una fallimentare politica turistica, che di fatto ha allontanato i visitatori più che avvicinarli. Il dedalo di viuzze del centro storico cosentino – risalente al XIV secolo-, infatti, è fatiscente, piuttosto pericoloso, con strutture abitative ai limiti della legalità e forti disagi lamentati dalla popolazione. Tra le varie personalità spunta anche Leo Battaglia il quale, secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, in questa campagna elettorale avrebbe utilizzato il fratello gemello per apparire su più palchi contemporaneamente, con tanto di foto con Matteo Salvini e candidati leghisti. Tra i più votati svetta anche il nome di Filippo Mancuso, già assessore della giunta catanzarese, secondo il quale tra le priorità assolute della regione ci sarebbe la necessità di aumentare i porti e i posti barca più che i posti di lavoro.

Leo Battaglia e Salvini

Secondo la neoeletta Santelli, la regione si dovrebbe uniformare al “modello Cosenza”, ovvero un modello che sembrerebbe incentrato sulla speculazione edilizia – ricordiamo tra i tanti investimenti scellerati gli addobbi di Natale, 60.000 euro utilizzati per comprare dei cerchi luminosi che ora giacciono non funzionanti nei magazzini del Comune, o i cachet sproporzionati per gli artisti protagonisti dei veglioni di capodanno – e sulla costruzione di aree pedonali inutili che hanno solo strozzato la viabilità cittadina. Un modello che si basa sulla mancata retribuzione dei propri lavoratori, tanto da suscitare forti proteste da parte dei netturbini comunali che hanno smesso di svolgere il proprio lavoro lasciando la città all’incuria e sommersa della spazzatura nonché preda dei ratti. Un modello per nulla funzionante che ha portato il Cavaliere e il Matteo meneghino a rifiutare la proposta di candidatura del sindaco Mario Occhiuto alla presidenza regionale.

Emergenza rifiuti Cosenza Vecchia

Mentre è entrata subito in atto la solita prassi della spartizione di assessorati e dei posti di sottogoverno, poca rilevanza è stata data alle indagini svolte da Nicola Gratteri, dai Ros e alla lotta alla ‘ndrangheta. Forse aveva ragione il procuratore di Catanzaro quando spiegava che la classe politica attualmente è sussunta al potere mafioso. Vedremo.

Emergenza rifiuti Cosenza

La sensazione attuale è di forte frustrazione verso il futuro, attestata anche da un robusto astensionismo che ha superato il 50%, ancor più motivata da una festa post scrutinio che ha dell’irriverente verso quel 60% di giovani che hanno dovuto abbandonare la propria terra per cercare fortuna altrove. Tra un ballo e l’altro nessuno si è preoccupato di spiegare quali saranno le politiche economiche che invertiranno tale trend e che riporteranno a casa i figli emigrati, ma forse, effettivamente gli abbai del cane di Berlusconi erano più rilevanti. La disillusione è tanta e la sensazione è che ancora una volta a vincere non siano stati i contenuti, ma la spettacolarizzazione della politica. Buona fortuna Calabria.

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