la “guerra degli alberi di Natale” tra Roma e Milano.
Una struttura di LED, alta 37 metri e formata da 81.500 punti luce: ecco il nuovo albero di Natale di Milano, presentato in Piazza Duomo in sostituzione del più classico abete, che storicamente veniva donato a Milano, ogni dicembre, dalla Regione Trentino Alto Adige.
Sponsorizzata da Esselunga (per una cifra totale di quasi due milioni di euro, probabilmente più impressionante dell’albero stesso), l’installazione intende giocare su due precisi fattori: l’estetica minimal e vagamente futuristica, a simboleggiare l’inclinazione della città per il design e, più in generale, per l’arte contemporanea; la sostenibilità e l’impegno civico del Comune nella battaglia contro l’inquinamento: tutte le componenti dell’albero saranno, infatti, integralmente riciclabili.
L’iniziativa ha suscitato curiosità ed interesse ovunque tranne che a Roma, dove la cittadinanza sembra ancora scottata per le critiche ricevute a seguito dell’episodio del primo “Spelacchio” (il quale – va detto – è stato abilmente virato in un successo dall’amministrazione comunale, anche grazie alla genialità di alcuni social media manager ed al coinvolgimento della piattaforma Netflix). Un po’ difficile non percepire una sorta dente avvelenato dietro dichiarazioni di questo tenore, formulate dal personale politico capitolino: “Questa gabbia per piccioni è l’albero di Natale di Milano. Se lo avessimo fatto noi a Roma la stampa ci avrebbe maltrattato senza pietà”. E ancora: “Un albero così a Roma l’avevamo già fatto nel 1935”. Roma contro Milano, Milano contro Roma: anche a Natale.