ETA’ SCANDALOSA: TOY BOY

l'uomo brizzolato in compagnia della baby fidanzata può suscitare ilarità, ma è tollerato. Cosa succede, invece, quando una donna con qualche ruga di saggezza in più si fa sorreggere da un amorevole “sbarbato”?

“Sì, Ippolito, è così: io amo il volto di Teseo, ma quello antico, che aveva un tempo quand’era ragazzo… Nelle braccia morbide i muscoli erano forti, il volto era quello della tua Diana o del mio Apollo, o il tuo piuttosto… Abbi pietà di una donna innamorata”.

Con queste parole toccanti e accorate, tratte dalla tragedia di Seneca, Fedra apre il suo cuore al figliastro Ippolito di cui è morbosamente innamorata.

Tale autorevole passo introduce efficacemente un argomento più che sfruttato dagli amanti del gossip, anzi oserei dire “logorato”: lo scandalo della differenza di età tra amanti. Il disappunto nei confronti dei legami “nonostante l’età” è frequente anche se espresso con modalità differenti: c’è chi scrolla semplicemente le spalle, chi esagera con commenti taglienti e non richiesti, chi sembra indifferente, ma sotto sotto giudica in silenzio e fa sorrisetti maliziosi e chi si dichiara pro o contro, seguendo un’etica e una morale tutta personale. Viva la libertà di pensiero quando, però, non ferisce sentimenti e persone. Sempre più spesso si incontrano uomini maturi legati a giovani donne o eleganti signore accompagnate da giovani “stalloni”.

E se il giudizio comune verso queste unioni, occasionali o durature che siano, è sempre velenoso in entrambi i casi, resta comunque più magnanimo verso il primo tipo di coppia. Cosa accade, dunque, quando un fascinoso uomo brizzolato porta fuori a cena la compagna che potrebbe essere la figlia? Basta scavare un po’ nell’epoca dei nostri nonni per capire ciò che si è consolidato nella comune mentalità: l’uomo, col suo ruolo di capo famiglia e sostenitore economico, all’interno della coppia, è da sempre concepito come l’elemento più adulto e maturo, anche se di pochi anni, della moglie. La donna, invece, è preferibile più giovane e inesperta, dovendo prestare il corpo allo sforzo del parto e restare piacente ed ammiccante. Torniamo ancora più indietro nel tempo, tra gli antichissimi antenati che abitavano la penisola italica.

A Roma il matrimonio era una questione economica e veniva suggellato al fine di avere una progenie che perpetuasse il nome della famiglia. Per tale ragione un giovane adulto si legava alla futura madre dei suoi figli appena questa usciva dalla fanciullezza, tra i 12 e i 15 anni di età e, talvolta, il marito doveva attendere per avere un vero rapporto sessuale con la ragazza. Era normale, però, che, prima di quella che oggi è considerata la maggiore età, la fanciulla fosse già puerpera.

Una donna giovane era metà della garanzia necessaria per avere degli eredi, tuttavia poteva succedere, come spesso è testimoniato, che se il matrimonio si fosse rivelato infruttuoso, il pater familias potesse scegliere una donna di “seconda mano”, quindi meno giovane, ma che si era dimostrata particolarmente fertile.

Ma se Roma docet e noi viviamo su quello che un tempo era il territorio del più grande impero della storia, i nostri veri antenati sono mescolanza di genti ben diverse e disparate. Non è facile sapere se per tutti questi nuclei antichi l’unione tra un uomo adulto e una giovane fanciulla fosse consigliato, ma, a poco a poco, nel tempo, il divario d’età all’interno della coppia si è ridimensionato. Il fenomeno della “sposa bambina” non appartiene alla nostra cultura odierna, tuttavia è rimasto nella convinzione collettiva quell’idea che l’uomo più grande di qualche anno sia la scelta migliore per una giovane donna in cerca di marito.

La risposta al nostro quesito vien da sé: l’uomo brizzolato in compagnia della baby fidanzata può suscitare ilarità, ma è tollerato. Cosa succede, invece, quando una donna con qualche ruga di saggezza in più si fa sorreggere da un amorevole “sbarbato”?

Ecco nascere come astro luminoso il mito del toy-boy”, il ragazzo giocattolo che, guidato dai suoi impulsi sessuali e dall’elevato tasso di testosterone, è in grado di soddisfare donne adulte e annoiate, con o senza grande coinvolgimento sentimentale. Senza valido supporto nelle nostre tradizioni, in questo caso, la coppia viene a trovarsi nell’occhio del ciclone dei benpensanti e le maldicenze sono rivolte a entrambi: alla signora che si abbandona alla scelta del cuore e al ragazzo che, considerato immaturo, si lascia trattare come giocattolo con data di scadenza.

Il termine “toy-boy” è comparso negli USA nel XX secolo, per definire quei ragazzi che accompagnano una donna più matura, per motivi di soldi o di lavoro, per brevi periodi e relazioni leggere. Come ogni termine, coniato per indicare una precisa accezione, usato indiscriminatamente esso diventa ingiustamente dispregiativo. La formula è abbastanza chiara: la donna matura è sfruttatrice di giovinezza e prestanza maschile e il ragazzo si fa mantenere da quella che potrebbe essere sua madre, in cambio di prestazioni sessuali. Meschinità, maldicenze… tuttavia, chi ha il coraggio di mettersi in gioco così tanto per seguire i propri impulsi ha le spalle abbastanza larghe per sopportare l’opinione pubblica.

Per fortuna, oggigiorno, molte donne hanno imparato a fare a pugni col tempo e ad avere la meglio: per questo chi intende giudicare dovrà sempre di più fare riferimento a una carta di identità nascosta e non alle apparenze ben visibili.

E per voi là fuori, donne che avete fatto un patto con il tempo e “alla vostra età”, che non siete costrette a rivelare, vivete ancora da single, non preoccupatevi: se non avete trovato l’uomo giusto, forse, è perché deve ancora nascere.

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