Forlì – 15mila accessori contraffatti per telefonini, denunciati 2 imprenditori

Gdf scopre filiera di prodotti che dalla Lombardia arrivavano in città: in una cartoleria sequestrati cosmetici di sospetta tossicità.

Forlì – La Guardia di Finanza, nell’ambito di due operazioni di servizio collegate, ha sequestrato più di 15mila accessori per la telefonia recanti un noto brand contraffatto e oltre 3mila altri articoli posti in vendita in violazione delle norme del codice del consumo. L’operazione, che rientra nei dispositivi per la repressione dei traffici illeciti di natura economica e finanziaria messi a punto dal comando provinciale forlivese, mira a contrastare la diffusione di prodotti non conformi agli standard di sicurezza e a impedire il commercio di articoli contraffatti o non genuini.

Nel dettaglio, i militari del gruppo di Forlì hanno eseguito un primo intervento in un emporio di Forlì gestito da un commerciante di origine cinese, presso cui sono stati sequestrati oltre 3 mila prodotti di cartoleria risultati non conformi alla normativa vigente, oltre a una quarantina di cosmetici contenenti una sostanza proibita dalla Commissione Europea per la sua possibile tossicità.

Nel corso dello stesso intervento, i finanzieri hanno rinvenuto ottanta accessori per la telefonia, tra cui cuffie wireless, cinturini per smartwatch e caricabatterie, recanti i marchi di una nota azienda multinazionale. In relazione a questa illecita commercializzazione, le Fiamme Gialle hanno richiesto ed ottenuto dalla locale Procura della Repubblica una specifica delega d’indagini per ricostruire la filiera distributiva.

Successivamente, i militari hanno indagato un’impresa lombarda gestita da soggetti di etnia orientale, attiva nel commercio all’ingrosso di apparecchi telefonici, presso cui sono stati sequestrati oltre 15 mila accessori imitanti i più noti modelli del mercato statunitense del valore complessivo di circa 60mila euro.

I due imprenditori sono stati denunciati alle competenti Procure della Repubblica per i reati di commercio di prodotti con segni falsi e di ricettazione; il primo è stato deferito anche per l’ipotesi contravvenzionale relativa alla non conformità dei cosmetici commercializzati, oltreché segnalato alla Camera di Commercio per la violazione delle norme previste dal Codice del consumo e la definizione delle connesse sanzioni amministrative.

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