Dalla stanza in clinica per partorire a una cucina Scavolini, i “movimenti sospetti” sotto la lente degli inquirenti.
Roma – I guai per Aboubakar Soumahoro e famiglia sembrano non essere finiti. Anzi, man mano che si sgranano come un rosario i punti dell’indagine della procura di Latina che ipotizza i reati di truffa e in cui sono indagati la moglie del deputato Liliane Murekatete, la madre Marie Therese Mukamitsindo e i fratelli Michel Rukundo, Richard Mutangana e Aline Mutesi, emergono particolari agghiaccianti. Coi soldi destinati alla gestione dei migranti lady Soumahoro avrebbe pagato anche la clinica dove ha partorito. È un dettaglio che emerge da una relazione del commissario liquidatore della coop Karibu, società dei familiari dell’onorevole eletto con l’alleanza verdi-sinistra.
Non solo. Circa 11.500 euro sarebbero stati utilizzati per comprare una Scavolini, la cucina più amata dagli italiani. La Guardia di Finanza avrebbe dei dubbi anche sull’acquisto nel 2021 della villetta a Casal Palocco, pagata a metà dalla coppia per 360mila euro. Sotto la lente, l’acconto di 32mila euro per la casa versate dalla moglie del deputato vicino ai braccianti agricoli solo per lo show con gli stivaloni di gomma davanti a Montecitorio. Il sospetto è che quei 32 mila euro arrivino da somme ottenute illegittimamente da una delle coop di famiglia, il Consorzio Aid.
Per le accuse di bancarotta, frode in pubbliche forniture e autoriciclaggio, moglie e suocera del parlamentare ex sindacalista dei braccianti, Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo, andranno domani davanti al giudice del tribunale di Latina per l’udienza preliminare. Le due donne sono a processo anche per evasione fiscale. Più si sgrana il rosario dei punti che uniti chiariscono i tanti retroscena dell’inchiesta, più ci vuole coraggio ad accettare un sistema che avrebbe mangiato sulle spalle dei migranti. Particolari inquietanti raccontati in diverse testimonianze acquisite agli atti.
Come la denuncia di una donna ucraina: “Non curano mio figlio. Sta male ed è costretto a dormire su un materasso vecchio e sporco. Ho visto bambini di due mesi mangiare yogurt e acqua perché non portavano il latte. Io me ne sono andata perché non ce la facevo più, rientravo a casa e mi vergognavo”. E poi il racconto di una ex dipendente delle coop alla polizia: “Blatte e vermi lunghi così nel cibo”. Secondo il liquidatore della Karibu, ammonterebbero a ben 7,5 milioni di euro i fondi dirottati illecitamente dalla società per scopi privati: molto di più di quanto stimato dai finanzieri, poco più di 2 milioni di euro.
Secondo il liquidatore oltre tutto il conteggio non include i continui prelievi di contanti dal conto della cooperativa, dai 3 ai 12mila euro, a volte anche più volte al giorno, né i pagamenti fatti con le carte prepagate intestate a Karibu (per 31mila euro circa). Tra le operazioni sospette coi fondi pubblici, ci sarebbe per l’appunto anche un versamento alla clinica romana dove Murekatete partorì – per l’assegnazione di una stanza privata. A fine ottobre scorso il procuratore Giuseppe De Falco ha informato l’Olaf, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, dell’inchiesta. L’ufficio antifrode di Bruxelles, informato dell’attività della procura, ha avviato una sua indagine e tra il 22 e il 24 novembre e ha effettuato sopralluoghi nelle sedi delle società.
L’ipotesi, anche in questo caso, è che siano stati utilizzati in maniera inappropriata gli stanziamenti del Fondo sociale europeo per progetti di integrazione e inclusione sociale rivolti agli ospiti dei centri di accoglienza. La Guardia di finanza ha collaborato con gli omologhi europei, aiutandoli a individuare la documentazione utile agli investigatori. L’indagine dell’Olaf si concentra su alcuni contratti d’affitto relativi a immobili di Bruxelles e riconducibili alla moglie e alla suocera del deputato. Il primo è in Rue Hennin 55, quartiere Ixelles, che nel 2018 Murekatete dà in locazione alla madre Mukamitsindo per 1.000 euro al mese. Il secondo, sempre nello stesso edificio, Murekatete lo dà in affitto alla coop Karibu gestita dalla madre per 1.300 euro al mese.
E ancora, ma il rosario non è ancora del tutto sgranato, la segnalazione – a novembre scorso – della Corte d’Appello di Bologna alla Camera dei deputati in cui si evidenziavano presunte irregolarità riguardo i 12 mila euro di fondi elettorali di Soumahoro. Montecitorio ha così avviato l’iter per far decadere il parlamentare. L’onorevole si è presentato nel collegio plurinominale Emilia-Romagna Po2 con 91.694 voti e il 36,06% delle preferenze, sconfitto da Gabriella Dondi del centrodestra. E poi “ripescato” nella distribuzione di seggi su scala nazionale. Ha raccolto fondi su Internet, ricevendo 7.372 euro da 108 donatori. Si è iscritto al gruppo di Alleanza Verdi Sinistra e poi al Gruppo Misto dopo lo scoppio del caso giudiziario che ha travolto moglie e suocera.