La scoperta dell’antico quadriportico usato per distribuire il grano è avvenuta durante la ristrutturazione di un hotel di lusso.
Roma – Un’importante scoperta archeologica, un esempio di valorizzazione, una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato: è il ritrovamento di una parte della Porticus Minucia, avvenuto durante i lavori a Palazzo Lares Permarini in Via delle Botteghe Oscure 46, un ulteriore tassello alla conoscenza del grandioso quadriportico costruito in epoca repubblicana, che abbracciava l’area del Campo Marzio dove avvenivano le cosiddette frumentationes, ovvero le distribuzioni gratuite di grano alla plebe.
Le strutture, la cui collocazione era nota grazie alla Forma Urbis, sono state ritrovate grazie alla stretta collaborazione tra Finint Investments, società di gestione del risparmio del Gruppo Banca Finint, e la Soprintendenza Speciale di Roma, durante una ristrutturazione dell’edificio per la realizzazione di un hotel 5 stelle della linea Radisson Collection. E oggi dopo duemila anni si mostrano in tutto il loro splendore grazie a un video multimediale, che propone la ricostruzione tridimensionale della Porticus Minucia. I resti archeologici, invece, saranno visitabili in situ al piano interrato dell’hotel, che aprirà il 28 marzo e sarà fruibile da tutto il pubblico, non solo dagli ospiti della struttura.
Eretta da Marco Minucio Rufo nel 106 a.C. dopo il trionfo sugli Scordisci , la Porticus Minucia fu tra gli edifici ricostruiti da Domiziano dopo il grande incendio dell’80 d.C. La struttura quadrangolare racchiudeva i quattro templi dell’area sacra di Largo Argentina a Roma, situati nell’antico Campo Marzio e in età imperiale era composta da un ampio quadriportico con doppio colonnato a cingere una vasta piazza scoperta. Al centro, un imponente tempio, da alcuni identificato con quello per i Lari Permarini e da altri con il tempio delle Ninfe, attorniato da fontane.
Lo scavo, effettuato tra maggio e luglio del 2020, è stato diretto dall’archeologa della Soprintendenza Marta Baumgartner, che spiega: «La scoperta è per noi motivo di orgoglio perché, per la prima volta, vediamo i muri della Porticus Minucia in elevato e le decorazioni marmoree che li impreziosivano: possenti blocchi di tufo uniti da grappe e rivestiti, almeno nella parte inferiore con lastre di marmo. Un secondo dato importante è la collocazione del limite orientale della Porticus Minucia, noto ma ora posizionato in modo esatto».
La scoperta archeologica ha così permesso di ricostruire l’aspetto della Porticus Minucia in modo estremamente attendibile, come mai accaduto prima d’ora. La realizzazione di un modello tridimensionale del monumento ha consentito inoltre di individuare la sua esatta collocazione rispetto all’odierno tessuto urbano.
«Il ritrovamento di una porzione della Porticus Minucia ha una grande importanza a livello scientifico e costituisce l’occasione per ribadire come la Soprintendenza possa lavorare in modo efficace con enti privati. – spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – Finint Investments ha finanziato sia le operazioni di scavo archeologico, sia una innovativa valorizzazione dei reperti, in modo da renderli fruibili a tutti e non disperdere il prezioso lavoro di scavo e di studio degli archeologi».
Mauro Sbroggiò, Ad di Finint Investments, sottolinea: «Siamo un player molto attento alla rigenerazione urbana e al contesto in cui operiamo. Questa ristrutturazione, che ridà vita ad un palazzo prestigioso, rappresenta per noi un successo perché ci ha permesso anche di valorizzare questi importanti ritrovamenti archeologici mettendoli a disposizione della collettività grazie ad una collaborazione continua e sinergica con la Soprintendenza. Ridare luce a questi reperti e aprirli ad una fruizione costante della comunità è un esempio tangibile degli ottimi risultati che possono nascere da una proficua collaborazione tra pubblico e privato».
Immagine in apertura: La Porticus Minucia nel contesto degli altri edifici romani del settore (©Soprintendenza Speciale di Roma)