I giovani riscoprono il valore dei vecchi mestieri

L’indagine di Skuola.net su 2500 studenti delle superiori: in calo il loro pregiudizio sui lavori manuali.

Roma – La riscoperta dei vecchi mestieri. Vuoi vedere che avevano ragione i nostri nonni nel sostenere che bisognava imparare un mestiere artigianale, piuttosto che perdere tempo a studiare? Quando si andava a “bottega”- come si diceva una volta- da un “mastro”, un artigiano esperto per imparare un mestiere, ad esempio di falegname, idraulico, calzolaio e chi superava il duro apprendistato diventava poi un lavoratore competente? Innanzitutto, meglio chiarire: lo studio non va tralasciato e non è, una perdita di tempo, tutt’altro, perché è, comunque un arricchimento culturale.

Però, quello che manca, è la conoscenza del sapere empirico, che, un tempo, veniva trasmesso andando a “bottega” appunto. Era, senza esagerazione, una sorta di di master formativo per il lavoratore,  che, alla fine del percorso, possedeva gli “attrezzi” più adeguati del mestiere. Questo aspetto della manualità, ovvero constatare con mano ciò che si sta modellando, pare, con piacevole sorpresa, sedurre i ragazzi in formazione scolastica. Un liceale su quattro, dopo il diploma, sceglierebbe, infatti, un mestiere manuale. Quasi una sorta di rivoluzione, dato che si è sempre sostenuto che i giovani miravano a studi altamente qualificanti per avere una carriera di successo.

Il ritorno all’artigianato

Ed invece, è il risultato dell’annuale indagine, a cura di Skuola.net su 2500 studenti delle scuole secondarie superiori. Scuola. Net è il sito educational per gli studenti delle scuole superiori e università, con news, appunti scolastici e universitari, ripetizioni, intrattenimento, app per lo studio e live in web tv con esperti, personaggi del mondo dello spettacolo, influencer ed esponenti delle istituzioni. Lo studio ha evidenziato che sono in calo gli studenti che scartano a priori questi lavori per ragioni di pregiudizi, in quanto mestieri poco adeguati al proprio status sociale e alle aspettative della famiglia. Inoltre, cala un altro preconcetto, ovvero di dare per scontato che un liceale debba orientarsi ad una professione più teorica, dopo la laurea.

I settori che più stuzzicano l’interesse ad un lavoro tecnico-pratico, per i maschi sono risultati quelli relativi alla mobilità, automobilistica, ferroviaria e aeronautica. Poi l’industria digitale ed elettronica, i servizi alberghieri e della ristorazione. Le donne, invece, sono più sedotte da digitale ed elettronica, alimentare, chimico e farmaceutico. Infine, anche loro come i maschi, per i servizi alberghieri e della ristorazione. Secondo gli autori dello studio, non bisogna sorprendersi più di tanto per l’interesse verso mestieri pratici e tecnici.

Questi desideri sono la risposta a tre aspetti fondamentali che, secondo i giovani, devono essere rappresentati dal “lavoro”: un buon stipendio; eccellenti livelli degli standard di sicurezza; equilibrio tra lavoro e vita sociale ed affettiva. Secondo gli entusiasti delle nuove tecnologie, queste tre prerogative sono quelle soddisfatte dalle nuove tecnologie e, quindi, queste aspirazioni, potranno essere realizzate. Può essere senz’altro vero, ma, forse, potrebbe pure trattarsi di una forma di riappropriazione di un “antico sapere”, che rischia, invece, di essere annientato proprio da una concezione parossistica della tecnologia!

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