Figlio mio, quanto mi costi! L’inflazione manda la spesa per lo studio dietro la lavagna

Secondo le ultime stime, per la formazione dei ragazzi si investono cifre astronomiche. Senza garanzie che poi possano trovare un impiego decente.

L’inflazione, questa maledetta arpia, sta provocando una serie di effetti negativi sulla sopravvivenza delle famiglie italiane. Non bastava il caro vita, col carrello della spesa sempre meno pieno, ma più costoso, anche mantenere un figlio dalla culla alla laurea è diventato gravoso. Pare, infatti, che, secondo alcune stime, il costo complessivo si aggirerebbe sui 135 mila euro rispetto ai 130 mila di un anno fa.

La stima è stata fatta da “Moneyfarm”, una società di gestione del risparmio digitale , specializzata in investimenti di medio-lungo termine. Per il calcolo di tale cifra sono state analizzate 160 attività educative, con Milano come punto cruciale. Oltre all’istruzione, sono state prese in esame lo studio delle lingue straniere, la conoscenza digitale, gli impegni sportivi, ludici e ricreativi. Un ventaglio di indicatori molto ampio che sono fondamentali per essere al passo di un mercato del lavoro dinamico e, quindi, in continua evoluzione. Mediamente, la spesa stimata, che graverà sulle tasche delle famiglie italiane, considerando tutte le 160 attività valutate, è cresciuta rispetto all’anno scorso del 5,6%. In pratica, affinché un figlio possa avere tutti gli strumenti idonei alla sua indipendenza, economica e professionale, i genitori vedono uscire dalle loro tasche una cifra che oscilla tre i 55 mila e i 730 mila euro. L’anno scarso il range era tra i 53 e i 700 mila euro. E’ ovvio che la spesa sostenuta varia dal tipo di progetto educativo destinato ai figli.

L’inflazione non fa sconti neanche a scuola

Per soddisfare l’attendibilità dello studio, gli esperti di “Moneyfarm” hanno preso in considerazione quattro indicatori formativi. Il primo, definito “standard”, riguarda un ciclo di studio comprendente un’università statale e pochi percorsi extra scolastici. Il secondo, “scientifico-tecnologico”, STEM, ovvero “Science, Technology, Engineering e Mathematics”. Vale a dire le discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche che svolgono un ruolo cruciale nella società odierna. Questo indicatore riguarda studi scientifici e iter extracurricolari più consistenti e peserà sul bilancio familiare per 100 mila euro. Il terzo, “New Age”, comprende una parte di studi in istituti privati e un’altra in quelli pubblici, uno studio maggiore delle lingue, al… modico prezzo di 169.400 mila euro. Il quarto, “extra lusso”, è tutto imperniato su studi privati e internazionali, con un ventaglio di attività extracurricolari di un certo spessore. Il costo? 730 mila euro. Praticamente è un’opzione solo per i cosiddetti “figli di papà”. Gli altri sono costretti a specializzarsi a compiere una serie di “salti mortali” per portare a termine il loro percorso educativo e professionale. In questo contesto di aumenti dei costi, le spese per le scuole superiori hanno inciso di più rispetto alle altre.

Acquisire competenze specialistiche e ormai sempre più cosa per “figli di papà”

Per quanto riguarda l’iter di studi riferito allo STE, gli studiosi ritengono che la crescita sia dovuta anche alle nuove competenze dell’Intelligenza Artificiale (IA). Ma nemmeno l’istruzione elementare è riuscita a sfuggire alla fauci feroci dell’inflazione, con un aumento del 6,9%. Sui bilanci delle famiglie italiane, infine, pesa non poco la scelta di compiere gli studi fuori sede o, addirittura, all’estero, con impennata dei costi aggiuntivi. Sono cifre che suscitano sconcerto e preoccupazione. C’è da considerare che, tuttavia, questi esosi costi possono essere spalmati in una ventina d’anni, all’incirca il periodo occorrente, dall’asilo all’Università e, si spera, al mondo del lavoro. In qualsiasi modo, sono cifre che fanno accapponare la pelle. Inoltre si corre il rischio di non vedere occupato il proprio figlio nella peggiore dell’ipotesi. Oppure che emigra all’estero nella migliore. Un processo che nel lungo periodo produrrà depauperamento economico e sociale.

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