Secondo l’ultimo report Agos/Eumetra, i giovani sono sensibili alle tematiche “green”. Quello che manca sono le risorse economiche.
La Generazione Z, ovvero coloro che sono nati tra i medio-tardi anni ’90 del secolo scorso e il primo decennio del 2000, sembra essere sempre più orientata alle tematiche “green” e di sostenibilità sociale, ma gli acquisti in questa direzione sono in calo. L’inflazione e l’instabilità geopolitica stanno giocando un ruolo determinante per queste condizioni. E’ quanto risulta dall’ultimo report a cura dell’Osservatorio Agos “Insights 2023. I nuovi consumi sostenibili” in collaborazione con Eumetra, che ha l’obiettivo di monitorare le abitudini “green” degli italiani.
Agos è una società finanziaria specializzata nel credito al consumo, mentre Eumetra è un Istituto di ricerca sociale e marketing. I giovani cercano la sostenibilità, ma vogliono meno narrazione e più concretezza. Con l’inflazione che sembra non volerci abbandonare, il potere d’acquisto delle famiglie si sta erodendo a vista d’occhio e, spesso, i consumatori si trovano costretti ad optare per prodotti più convenienti dal punto di vista finanziario, mettendo in secondo piano l’aspetto “green”. Al contrario, sono in crescita i comportamenti sostenibili, soprattutto per la mobilità, fonti rinnovabili ed economia circolare. Quest’ultima è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo.
Anche se l’automobile resta il mezzo preferito per gli spostamenti, perché comodo e veloce, è in incremento il desiderio di attuare pratiche più “green”. La maggioranza è interessata all’efficientamento energetico per gli immobili, non solo perché si risparmia sulle bollette per le case che appartengono a classi energetiche alte, ma anche per convinzione. Com’è noto si tratta della capacità di un sistema di garantire il massimo rendimento con il minore spreco di energia possibile. Nello specifico consiste in una serie di operazioni su edifici pubblici o privati e attività, destinate a contenere il consumo energetico, sfruttare le risorse in maniera razionale e ottimizzare il rapporto tra fabbisogno energetico e livello di emissioni inquinanti.
Tuttavia, i giovani intervistati hanno manifestato una certa preoccupazione per i costi ritenuti eccessivi per le loro tasche in caso di ristrutturazione della casa. Inoltre, colpisce in negativo la bassa conoscenza della normativa al riguardo. Infatti, solo il 7% pensa che mettere a norma un immobile o un edificio significa anche perfezionarne l’efficienza. Inoltre, 3 italiani su 4 ignorano la recente direttiva europea “Case Green”. Questa direttiva, in linea generale, prevede che i Paesi membri possano escludere dagli obblighi di efficientamento alcuni edifici come monumenti e luoghi di culto, ma anche adeguare gli obiettivi in base alla fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e alla disponibilità di manodopera qualificata. Al di là di qualche sfumatura, come sostenuto dagli autori.
“La nostra ricerca conferma un alto grado di consapevolezza sulla necessità di adeguare i propri consumi ed evidenzia anche un’accelerazione nell’adozione di alcuni comportamenti virtuosi e accorgimenti nella vita quotidiana”. Tuttavia se le risorse finanziarie scarseggiano, è impossibile realizzare i propri desideri, se non viene attuata una politica di incentivi e di defiscalizzazione per i giovani. Ma, da questo punto di vista, dalla politica si sente solo un tetro e sintomatico silenzio!