Allarme dagli Usa: boom di tumori dopo il vaccino anti-Covid

Harvey Risch, docente a Yale: “Se il sistema immunitario è compromesso, non è in grado di affrontare il compito di neutralizzare le cellule cancerose”.

NEW HAVEN (Connecticut – Usa) – Vi ricordate le battaglie dei No-Vax e le diatribe in tv fra immunologi e nemici giurati dei vaccini? E quelle morti sospette che i parenti delle vittime mettevano in relazione con le prime dosi dei vaccini anti Sars-Cov-2? Passata la pandemia, si fa per dire, un qualche bilancio bisognava pur farlo e mentre continuano i processi per i più svariati motivi, sanitari e non, sulla peggiore iattura del secolo dagli Stati Uniti è stata resa nota una notizia che farà discutere medici e scienziati di tutto il mondo.

A parlare senza peli sulla lingua è il professor Harvey Risch, ordinario presso il Dipartimento di Epidemiologia delle Malattie Croniche della Yale School of Public Health di New Haven, nel Connecticut, fra i massimi esperti mondiali sul trattamento tempestivo contro il virus Covid 19 e membro della Society for Epidemiological Research dal 1982, dell’American Society of Preventive Oncology dal 1984 ed è eletto Fellow of the American College of Epidemiology dal 1991. Il docente del prestigioso ateneo di Yale, dove per altro lavorano molti medici italiani, riferisce l’esistenza di evidenze che suggeriscono un aumento esponenziale dei casi di cancro dopo la vaccinazione contro il Covid-19. In America dunque si starebbero moltiplicando i fenomeni di “turbo cancro” ovvero pazienti che si ritrovano affetti da tumori particolarmente aggressivi o pazienti operati in cui sono presenti recidive massicce di tumori precedentemente eliminati a mezzo chirurgico, radioterapico o farmacologico:

” Ciò che gli operatori sanitari stanno osservando – ha detto il dottor Risch – sono cose molto strane: ad esempio, individui di 25 anni con il cancro al colon, senza precedenti familiari della malattia e questo è praticamente impossibile secondo il paradigma noto su come il cancro al colon si sviluppa, oltre ad altri tipi di cancro a lunga latenza che si manifestano in persone molto giovani…Il cancro è qualcosa che un corpo umano sano può combattere ed eliminare, poiché le cellule cancerose non normali vengono distrutte quando vengono rilevate da un sistema immunitario funzionante. Tuttavia, se il sistema immunitario è compromesso, non è in grado di affrontare il compito di neutralizzare le cellule cancerose, che possono quindi moltiplicarsi e crescere, causando i sintomi del cancro.”.

L’assunto del docente di Epidemiologia non fa una grinza anche sulla scorta della conoscenza scientifica sui vaccini contro il Covid che avrebbero causato danni al sistema immunitario ai vari livelli in una vasta fetta della popolazione che li ha ricevuti per inoculazione. Questi danni, a detta di Risch, potrebbero tradursi in una maggiore suscettibilità al virus, ad altre malattie infettive o persino al cancro. Ma ci sarebbe molto di più:

“Una recidiva per il cancro al seno si manifesta dopo un ventennio dall’asportazione chirurgica – continua Risch – ora però si sta osservando che le donne vaccinate manifestano nuovamente il cancro al seno in tempi molto più brevi…Questi sono i segnali iniziali che abbiamo notato e poiché questi tumori si sono verificati in persone troppo giovani per svilupparli secondo il normale andamento, li abbiamo chiamati “turbo-cancro”…Alcuni di queste neoplasie sono così aggressive che, tra il momento in cui vengono scoperte e il momento in cui si torna per il trattamento dopo poche settimane, crescono in modo significativo rispetto a quanto gli oncologi avrebbero previsto in base all’andamento tipico del cancro in questione”.

Migliaia di No-vax manifestano in tutta America

Il dottor Risch consiglia dunque di rimanere attenti ai segnali che il nostro corpo ci potrebbe inviare e ai primi sintomi è bene ricorrere alle indagini cliniche e strumentali nonostante i tempi lunghissimi della sanità non solo americana ma, soprattutto, di quella nostrana:

”Non c’è motivo per cui le persone dovrebbero essere vaccinate con vaccini a RNA conclude Harvey Risch – poiché le nuove varianti sono lievi e non rappresentano una minaccia per la vita. La maggior parte delle persone ha già avuto il Covid e quindi ha una certa immunità anche alle nuove varianti di una malattia sempre più somigliante all’influenza…”. E’ ancora troppo presto per conoscere la verità storica di una malattia che ha ucciso nel mondo oltre 5 milioni di persone.

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