Nei guai un imprenditore pratese pizzicato dai finanzieri ad aprire e chiudere sette imprese intestate a prestanome.
Prato – I finanzieri hanno eseguito quattro misure cautelari personali e il sequestro preventivo di 4 imprese, un immobile e disponibilità finanziarie per un importo complessivo di oltre 2,2 milioni di euro.
La necessità di contrastare l’evasione fiscale e contributiva perpetrata grazie al fenomeno delle imprese “apri e chiudi”, mediante il quale gli imprenditori “di fatto” esercitano attività d’impresa in costante evasione d’imposta, avvalendosi di soggetti economici “di comodo”, tra i quali vi è un periodico ricambio, ha indotto il Comando Regionale Toscana ad avviare delle attività specifiche finalizzate a disarticolare le filiere di imprese intestate a prestanome.
In tale contesto, il Gruppo di Prato ha eseguito degli approfondimenti investigativi su una serie di ditte individuali, controlli che hanno permesso di individuare un imprenditore che nel corso degli anni avrebbe attribuito fittiziamente la titolarità di 7 ditte individuali – susseguitesi nel tempo e caratterizzate da un periodo di attività aziendale piuttosto breve – a vari prestanome.
Ciascuna di tali imprese, trascorsi pochi anni dal suo avvio, cessava sistematicamente la propria attività con l’insorgere dei primi debiti erariali, spesso di importo rilevante, al fine di evitare ripercussioni derivanti da procedure amministrative di accertamento: in questo modo l’imprenditore si sarebbe fraudolentemente sottratto al pagamento delle imposte, il cui ammontare complessivo, comprese sanzioni ed interessi, corrisponde ad oltre 3.000.000 €, reinvestendo i profitti illeciti nel tessuto economico pratese, acquistando , tra l’altro, un magazzino del valore di oltre 1 milione di euro.
Nel corso delle indagini, inoltre, è stato scoperto un articolato sistema finalizzato all’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, che ha visto coinvolte 5 imprese localizzate nel distretto industriale. I finanzieri, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Prato, hanno ipotizzato in capo ai 13 soggetti indagati, a vario titolo, la commissione dei reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.