E’ stato il padre della “parità scolastica” e nei suoi anni al dicastero dell’Istruzione promosse una stagione di innovazione e autonomia.
Roma – “Ei fu. Siccome immobile…. attonita la scuola al nunzio sta”. I versi manzoniani ritornano in mente per ricordare i quattro anni del ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, cugino dello storico segretario del Partito Comunista, deceduto il primo novembre all’età di 91 anni.
Dal 1996 al 2000 la scuola italiana ha vissuto la stagione dell’innovazione, del risveglio, percorrendo il sentiero dell’autonomia, tracciato dalla Legge 59 del 15 marzo 1977 dal ministro della funzione pubblica, Franco Bassanini.
Anni di fermenti che con la riforma dei cicli hanno apportato radicali cambiamenti al modello gentiliano della scuola italiana, generando anche la modifica nominale delle scuole elementari e medie in scuola primaria , secondaria e istituti comprensivi.
Dalla scuola dei programmi si passa alla scuola dei progetti e in quegli anni è stato registrato il boom dei progetti. La tradizionale “scuola seduta”, che si limitava allo svolgimento del “programma”, è diventata dinamica, attiva, propositiva, aperta ai nuovi linguaggi e proiettata verso nuovi orizzonti.
Il monito di Berlinguer: “tutto ciò che non vietato è consentito”, che ripeteva spesso negli incontri formativi ha stimolato tanti dirigenti scolastici a ad agire con il cuore per il miglior bene dei propri alunni.
Con il Ministro Berlinguer la parola “formazione” è diventata il fil rouge del suo mandato e il tradizionale Progetto Educativo d’Istituto (PEI) è diventato POF – Piano dell’Offerta Formativa– La terminologia delle discipline scolastiche è stata modificata; prima le materie erano connotate dal termine “Educazione” linguistica, artistica, tecnica, musicale, fisica” in seguito sono state chiamate soltanto : “arte e immagine , tecnologia, musica , attività sportiva”.
La cancellazione del richiamo costante al valore “educazione” ha di fatto prodotto un rallentamento e un’inversione di tendenza nel processo educativo della scuola, dando maggiore prevalenza alla fase dell’apprendimento dei contenuti, che , invece di essere considerati “mezzi e strumenti”, per l’acquisizione sistematica e critica della cultura”, sono diventati “fini” e l’orizzonte della formazione integrale della persona umana, appare sempre più lontano.
L’aver introdotto il temine “Offerta Formativa”, in una lettura positiva e integrata avrebbe dovuto apportare non tanto una vetrina dei progetti , bensì una più attiva convergenza tra istruzione e formazione, perché l’offerta della scuola non si limita alla semplice trasmissione dei contenuti, bensì è orientata al traguardo della pienezza della forma umana, che, al termine del percorso scolastico assegna alla “persona” la qualità di “personalità”
In quegli anni la scuola italiana ha registrato un ricco fermento di innovazione e di formazione professionale, compreso l’organico aggiuntivo. che ora ha prodotto il compito e la funzione del docente di potenziamento, l’integrazione scolastica , che ora è indirizzata all’inclusione sociale ed è opportuno ricordare il gruppo ministeriale coordinato dall’Ispettore Raffaele Iosa, promotore di attività formative per i docenti e i dirigenti.
La proposta innovativa del concorsone, pensato anche nell’ottica della valorizzazione del merito, e della crescita professionale dei docenti, ha segnato la tappa di Waterloo del Ministro Berlinguer, quando il grande sciopero della scuola, guidato dai sindacati, ha determinato la fine del mandato ministeriale.
La valorizzazione delle attività musicali, l’apertura dei corsi ad indirizzo musicale nelle scuole di primo grado e dei licei musicali e coreutici sono segni della particolare sensibilità pedagogica del ministro Belinguer che il 9 aprile del 2016 ha avuto la gioia di assistere in Piazza del Plebiscito a Napoli al singolare concerto di musica corale eseguito da tredicimila studenti provenienti da tutte le regioni d’Italia per la manifestazione “Piazza incantata” .
Sono stelle al merito del Ministro Berlinguer: la legge n.10 del 10 febbraio 2000, conosciuta come Legge quadro in materia di riordino dei cicli dell’istruzione, che ha rappresentato un punto cardine nella scuola italiana mediante la riorganizzazione strutturale del ciclo primario e secondario con i relativi esami di fine ciclo; e la Legge n. 62 del 10 marzo 2000 sulla parità scolastica e il diritto allo studio, che è stata una tappa importante nel cammino del servizio pubblico delle scuole statali e paritarie, dando piena attuazione ai principi della libertà di scelta educativa dei genitori sanciti nella Carta Costituzionale e dando unitarietà al sistema scolastico nazionale.