Restauro “aperto” per lo spettacolare mosaico di Alessandro Magno

L’opera, una delle più iconiche dell’antichità, è in queste settimane oggetto di un importante intervento al MANN di Napoli. Il pubblico potrà assistere in diretta.

Napoli – Avere la possibilità di assistere a un restauro “dal vivo” non è cosa di tutti i giorni, tanto più se l’opera d’arte oggetto dell’intervento è uno dei massimi capolavori dell’antichità. Eppure a Napoli è possibile: basterà recarsi al Museo Archeologico Nazionale e si potrà vedere un’équipe altamente qualificata occuparsi del celeberrimo mosaico che immortala Alessandro Magno mentre trionfa a Isso su Dario III, il Gran Re dei Persiani.

Siamo nel 333 a.C. e il sovrano macedone appare in tutta la sua maestosità: i capelli castani appena mossi dal vento, i grandi occhi spalancati, concentratissimo mentre a cavallo del suo fedele Bucefalo trafigge un soldato nemico con la sarissa, la lunga lancia usata dal suo esercito. Dario dal canto suo ordina invano alle sue truppe, ormai allo sbando, un ultimo disperato attacco, mentre il suo cocchiere sprona i cavalli alla fuga. La vittoria di Alessandro sui Persiani fu pesantissima: due anni dopo Dario sarebbe stato definitivamente sconfitto a Gaugamela. Il luogo esatto della battaglia – Gomel, nel Kurdistan iracheno – è stato individuato grazie a una campagna di scavo promossa dall’Università di Udine.

Il mosaico di Alessandro, oggi conservato al MANN di Napoli

Realizzato intorno al 100 a.C. circa prendendo a modello un dipinto del pittore greco Filosseno di Eretria, il mosaico di Alessandro abbelliva in origine la Casa del Fauno di Pompei, dove fu rinvenuto il 24 ottobre 1831. Nel 1843, dopo un acceso dibattito, si decise di trasferirlo nell’allora nel Real Museo Borbonico. Il 16 novembre dell’anno successivo il capolavoro venne messo in una cassa e trasportato lentamente da Pompei a Napoli su un carro trainato da sedici buoi. Ma il viaggio non fu senza inconvenienti. Durante il tragitto, all’altezza di Torre del Greco, ci fu un intoppo e l’opera fu sbalzata a terra. Soltanto nel gennaio del 1845 qualcuno ebbe il coraggio di aprire la cassa per verificare in che stato si trovasse il mosaico. Che, per fortuna, non aveva subito alcun danno.

Oggi il mosaico di Alessandro è tra i pezzi più pregiati e ammirati del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ma da tempo necessitava di un restauro. I lavori sono iniziati ufficialmente nel 2021 e comprendono due fasi diverse. Nella prima la superficie musiva è stata messa in sicurezza, le tessere sono state pre-consolidate e strati di malta distaccati, poi si è provveduto alla pulitura e alla velinatura con bendaggi di sostegno su tutta la superficie attualmente visibile.

Ora è il momento del “ribaltamento” dell’opera per verificarne lo stato anche nella parte posteriore: un’operazione di una difficoltà inaudita che ha messo a dura prova un team di altissimo livello composto da architetti, ingegneri, restauratori, giacché il mosaico, composto da un milione e mezzo di tessere policrome, misura all’incirca 6 metri per 3 e pesa qualcosa come 5 tonnellate.

Dario III batte in ritirata, particolare del mosaico conservato al MANN

Soltanto per il montaggio e il collaudo del sistema di movimentazione ci sono voluti 15 giorni. Oltre tre ore di lavoro certosino sono servite invece per ribaltare il mosaico. Un intervento a dir poco virtuosistico perché l’opera è stata mossa con estrema cautela grazie a un macchinario apposito dopo essere stata rinchiusa, a mo’ di “sandwich”, tra il “vecchio” sistema di contenimento e il nuovo pannello di chiusura, così da evitare che potesse subire qualsiasi tipo di stress.

Il team di esperti in azione per ribaltare il mosaico (foto: Valentina Cosentino)

La fase finale del restauro consisterà nella rimozione dei bendaggi con il completamento delle operazioni di pulitura, ulteriori ed eventuali consolidamenti e in ultimo il trattamento protettivo finale.

Il “cantiere trasparente” è stato aperto il primo novembre e il pubblico potrà assistere al restauro da una finestra installata nell’adiacente sala. Per il direttore del Museo, Paolo Giulierini, sono “giorni di immensa soddisfazione e di particolare emozione, giorni che resteranno nella storia del Museo e che vogliamo condividere con i nostri visitatori”. Soddisfazioni che coronano un altro grande traguardo appena raggiunto, quello delle 500 mila presenze nel 2023.

Lo spettacolare mosaico sarà visibile gratuitamente, insieme alle collezioni del Museo e alla sezione che custodisce altri capolavori musivi, il 4 e il 5 novembre. Un appuntamento da non perdere. “Il mosaico di Alessandro Magno e Dario – assicura Giulierini – tornerà a risplendere come mai nessuno lo aveva visto. Lo avevamo promesso. E noi manteniamo sempre la parola data”.

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