Le Fiamme gialle smascherano un’organizzazione criminale dedita al traffico illecito di rifiuti e reati fiscali. Sequestrati 587 tonnellate di materiale plastico potenzialmente pericoloso.
Venezia – I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Vicenza, su delega della Direzione distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 8 soggetti che sono stati indagati nell’ambito di un’operazione congiunta condotta con la Squadra mobile della polizia di Stato e che ha permesso di disvelare un gruppo criminale organizzato, composto principalmente da imprenditori e loro prestanome di origine campana, dedito al traffico illecito di rifiuti e alla commissione di numerosi reati fiscali.
Le indagini dirette dalla Procura distrettuale di Venezia hanno portato finanzieri e poliziotti all’individuazione e all’approfondimento della posizione di una società di Montebello Vicentino (con sede operativa in Gambellara), formalmente operante nel settore del commercio di accessori per capi di abbigliamento, rappresentata da un soggetto di origini campane, pluripregiudicato per reati di varia natura.
Durante le indagini sono stati sequestrati, in un capannone industriale riconducibile alla predetta società, 410 bancali di materiale plastico, per un peso lordo complessivo di 587 tonnellate (potenzialmente pericolosi perché potevano contenere materiale tossico), nonché due macchinari utilizzati per la triturazione della plastica. In particolare, è emerso che la totalità del rifiuto plastico, proveniente da una ditta con sede a Schio, esercente l’attività di raccolta di rifiuti solidi non pericolosi, invece di essere smaltita giaceva presso la sede operativa di Gambellara.
Denunciati complessivamente alla D.D.A. di Venezia 8 soggetti, a vario titolo, per reati quali attività di gestione di rifiuti non autorizzata, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri e dei formulari; scoperte altresì fatture per operazioni inesistenti per oltre 33 milioni di euro e un’evasione dell’I.V.A. per oltre 7 milioni di euro.