Bancarotta fraudolenta e frode fiscale: due imprenditore arrestati

L’operazione della Guardia di finanza rivela un sistema di società “prestanome” diffuso in tutta la Sardegna.

Oristano – In esecuzione di misure cautelari disposte dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cagliari, sono stati tratti in arresto e condotti in carcere due imprenditori (rispettivamente di anni 73 e di anni 61) e un loro presunto prestanome (di anni 56). Un altro dei prestanome, anch’esso destinatario della misura detentiva, è recentemente deceduto.

L’attività scaturisce da una verifica fiscale condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria nei confronti di una società che gestisce alberghi e ristoranti con sede legale in Villasimius (CA) e sede amministrativa a Sassari, facente capo ai due imprenditori finiti nei guai, la cui posizione era emersa nel corso di altre attività investigative.

Dagli esiti della verifica fiscale sono emersi indizi di un sistematico omesso versamento delle imposte dovute all’Erario per un totale complessivo di oltre 3 milioni di euro e il presunto mancato ripianamento di mutui bancari per circa 2,8 milioni di euro (oltre ad ipotesi di debiti non onorati nei confronti di altri soggetti); inoltre, tale modus operandi sarebbe proseguito, con operatività in tutta l’Isola mediante una galassia di società (complessivamente, circa trenta) che sarebbero riconducibili sempre agli stessi soggetti ovvero a loro prestanome e sarebbero state di volta in volta costituite, “svuotate” e destinate al fallimento.

Il ruolo dei presunti “prestanome” sarebbe emerso anche in virtù di alcune scritture private rinvenute all’atto delle perquisizioni, nell’ambito delle quali gli interessati attestavano che le quote in loro possesso erano, effettivamente, di proprietà esclusiva dei suddetti imprenditori ai quali avrebbero dovuto essere intestate “a loro semplice richiesta, senza che nulla mi sia dovuto”. In qualche caso, il prestanome avrebbe avuto un ruolo esclusivamente “cartolare”. Tra i prestanome figurerebbero anche i due figli di uno degli imprenditori, anch’essi deferiti all’A.G.

Al termine delle indagini, sono stati contestati agli interessati, in concorso tra loro, i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, la bancarotta semplice, il falso in bilancio con mancato pagamento delle imposte e la turbata libertà degli incanti, posto che avrebbero interferito, in varie occasioni, con il regolare svolgimento delle aste giudiziarie alle quali avrebbero indebitamente partecipato allo scopo di riacquisire beni in precedenza escussi nei loro confronti.

Proprio in quest’ultimo contesto rientrerebbe la vicenda del “Teatro De Candia” di Ozieri, acquistato mediante la stipula di un mutuo regionale di oltre mezzo milione di euro successivamente non onorato, con conseguente procedura esecutiva e vendita all’asta del bene di cui, tuttavia, è risultato aggiudicatario sempre uno degli stessi imprenditori. Operazione, quest’ultima, che secondo gli accertamenti sarebbe risultata prodromica al tentativo di reimpiegare l’immobile in altre operazioni illecite.

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